«Imprese e scuole insieme per costruire competenze e futuro»

«Imprese e scuole insieme per costruire competenze e futuro»

Una parola chiave che interpreta i bisogni dei nostri tempi e racchiude un messaggio di stimolo e fiducia nei confronti dei giovani che si preparano a entrare nel mondo del lavoro: “costruire”. «In un momento storico così complesso, con una guerra ai confini dell’Europa, un’altra in Medio Oriente, l’incognita dei rapporti internazionali dopo le elezioni Usa, la strada è una sola: ognuno di noi deve lavorare per prendere in mano il proprio destino. L’Europa deve farlo, come ha detto il presidente francese Macron. Ma è un compito che spetta anche alle singole nazioni e agli individui. Ognuno deve costruire il proprio futuro».

Giovanni Baroni, presidente della Piccola industria di Confindustria, spiega così la scelta del messaggio individuato come slogan del Pmi Day, l’iniziativa di Confindustria arrivata alla quindicesima edizione e che si terrà il 22 novembre. Ogni anno, dal 2010, nell’ambito del Pmi Day le aziende aprono le porte a studenti, insegnanti, istituzioni, per avvicinare i giovani al mondo dell’impresa.

«Lo sviluppo del pensiero, e quindi la formazione, sono alla base delle scelte per ognuno di noi, tanto più per i ragazzi che devono costruire il proprio futuro di adulti, protagonisti del mondo del lavoro», continua Baroni. Venerdì sarà a Torino, per l’evento nazionale organizzato da Confindustria, con l’Unione Industriali di Torino, Anitec-Assinform e la partecipazione della Rete nazionale dei Licei economici e sociali d’Italia, che si aggiunge a tutti quelli territoriali, realizzati dalle associazioni del sistema confindustriale.

C’è un problema d’incontro tra domanda e offerta di lavoro: i ragazzi vanno orientati verso gli studi appropriati per l’industria del futuro?

I giovani devono poter conoscere i grandi trend dei prossimi anni. Secondo le ultime stime Unioncamere Excelsior per la sola manifattura, dalla meccatronica all’informatica, serviranno da qui al 2028 oltre 500 mila addetti e già oggi sappiamo che quasi il 50% sarà di difficile reperimento.

Fonte: Il Sole 24 Ore