Imprese, nuovo strumento Ue per monitorare scaleup: in Italia sono 818, in testa Lombardia e Lazio

I settori

Con riferimento alle industry, il monitor registra un ampio numero di scaleup nel mondo dell’alloggio e la continua ascesa di quelle del comparto ICT e di ricerca e sviluppo (R&S), già forti in Europa: la maggior parte delle scaleup e superstar Ue appartengono a questi settori e giocano un ruolo vitale nel guidare l’innovazione e la digitalizzazione.

I risultati per singola Regione italiana

Come anticipato, in Italia la maglia di Regione con il più alto numero assoluto di scaleup appartiene alla Lombardia, che ha anche il maggior numero di imprese “superstar” (152). Ma la Regione con la miglior quota di scaleup (ovvero la percentuale tra scaleup e il campione di tutte le aziende osservate) è il Lazio.

Rispetto alla media nazionale, che vede sul totale delle imprese uno 0,54% in fase di scaleup, la Lombardia e il Lazio superano infatti questa media rispettivamente con uno 0,60% di scaleup e addirittura con uno 0,94%. Percentuale che si assesta rispettivamente allo 0,62% e allo 0,42% per quanto riguarda le imprese superstar.

Tra le altre Regioni con un buon numero di scaleup troviamo poi il Piemonte con 47 startup in fase di crescita (lo 0,46% del totale delle imprese regionali), l’Emilia Romagna con 49 scaleup (0,34%), la Toscana con 36 scaleup (0,32). Chiude la lista il Trentino Alto Adige che ha solo 9 scaleup (lo 0,25% del totale) ma ha il tasso di Superstar più alto in Italia, con 24 imprese “old” in forte espansione, ovvero lo 0,66% del totale.

I motivi del gap e le ricette per crescere

«I dati diffusi nella seconda European Scaleup Conference – commenta Christian Lechner, Associate Dean for Research della Luiss Business School e membro dell’European scaleup institute – certificano che, nonostante l’aumentato entusiasmo e attenzione verso le scaleup, c’è un calo piuttosto costante nella presenza relativa di tutti i tipi di imprese a rapida crescita in tutta Europa. Questo indica che c’è ancora molto lavoro da fare se vogliamo che il “vecchio continente” diventi veramente un ecosistema competitivo per le scaleup. Inoltre viene certificato il gap italiano nella crescita delle scaleup e, ancor di più, nel garantire il contesto per lo sviluppo di imprese unicorno (imprese che hanno raggiunto una valutazione di mercato superiore a un miliardo di dollari, pur non essendo quotate in borsa, ndr). Il punto è che di startup si parla moltissimo ma nessuno o quasi, compreso il mondo istituzionale, si occupa di scaleup. E il rischio, che si deve scongiurare, è che si promuova molto il mondo delle startup facendosi di fatto sfuggire potenziali scaleup che poi possono diventare appunto unicorni».

Fonte: Il Sole 24 Ore