In Australia dove Vitale Barberis Canonico protegge le lane più preziose
Poche vacanze, invece, ci si concede nelle fattorie dove gli allevatori resistono e intrecciano le loro secolari storie di famiglia a quelle delle loro comunità, dalle quali a volte distano decine di km. In uno dei woolshed, le stazioni di tosa, di Winton, dei tosatori hanno scritto a matita su una parete «fieri di servire i Taylor da 100 anni». John Taylor VI, settima generazione della famiglia, che oggi guida la fattoria di 6500 ettari e 12mila pecore Saxon, sorride, mentre nel giardino con le rose piantate a fine Ottocento dai suoi antenati giocano i suoi figli, James e John VII, ancora piccoli e che adorano salire sulle balle di lana. «Siamo i custodi di questa storia e di queste terre», dice altrettanto sorridente Jess Barber, moglie di Duncan, proprietario della farm di Coliban Park nel territorio di Metcalfe, nello stato di Victoria, a un’ora e mezza di auto dai grattacieli di Melbourne. I suoi bisnonni si sono stabiliti qui nel 1917, rilevando la fattoria risalente al 1859, e anche in questo caso i capi di Saxon discendono dal celebre gregge di Eliza Furlong. I Barber, nel Club dal 2016, hanno vinto il Wool Excellence Award di Vitale Barberis Canonico nel 2019, ma a causa della pandemia sono potuti partire per il biellese solo la scorsa primavera. «Quando nella filatura di Vi-Bi-Ci a Romagnano Sesia (uno dei due stabilimenti dell’azienda nel biellese, dove arrivano circa 20mila balle di lana ogni anno, nda) ha visto le sue balle con stampato il nome di Coliban, si è commosso», prosegue Jess.
Duncan è fra i più abili esperti di breeding, di quegli incroci fra animali che permettono di orientare e migliorare la produzione. Non gli occorrono algoritmi, gli basta osservare il vello dei suoi animali, una tecnica che sta insegnando al figlio 21enne Jack. Dopo l’acquisizione di un’altra fattoria, due anni fa, stanno cercando di espandersi ancora, convinti del bontà del get bigger or get out, (cresci o vattene), ma al momento i costi sono troppo alti.
Il legame tra Italia e Australia
Se sui cancelli che segnano gli ingressi alle immense fattorie che ne fanno parte c’è orgogliosamente appesa la targa che attesta l’appartenenza al Club, è anche perché in questo complesso processo di selezione e sviluppo gli allevatori sono sostenuti dalla lunga esperienza e dalla visione di Vitale Barberis Canonico. Erano gli anni Settanta, proprio quelli del boom delle fibre sintetiche, quando Alberto Barberis Canonico – padre di Alessandro – iniziò a esplorare e conoscere da vicino l’industria della lana australiana, mettendo le basi per quei rapporti che hanno condotto alla nascita del Club. «Abbiamo voluto anche noi avere le nostre fattorie, per capire ancora meglio la produzione», prosegue Alessandro Barberis Canonico, riferendosi alle tre proprietà acquisite a partire dai primi anni Ottanta nel New South Wales, nell’area tra Pyramul e Mudgee, dove oggi vivono circa 17mila pecore, rigorosamente Saxon.
Quest’anno, che segna il decimo dal lancio del progetto, il premio è stato assegnato alla famiglia Linke, proprietaria della fattoria Glenholme, nel sudovest della stato di Victoria, dove si allevano circa 2.400 capi di Saxon. A salire sul palco, con riservata emozione, Matthew, membro della quinta generazione della famiglia, con il padre Everard, che ha ringraziato dicendo solo «continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto». Poche parole, ma dense di senso per chi dedica la vita a una filosofia. I Taylor e i Barber ascoltano, lo sanno bene, e applaudono.
Fonte: Il Sole 24 Ore