In corsa l’automazione nei magazzini

In corsa l’automazione nei magazzini

I rubinetti di Paini. Oppure l’abbigliamento di Rossini, la minuteria metallica di Som, i vini di Caviro, i pulitori di Karcher. Dimensioni aziendali e settori diversi che tuttavia hanno nell’automazione logistica interna un denominatore comune rilevante, con investimenti recenti di milioni di euro per la realizzazione di magazzini automatici, carrelli a guida autonoma, scaffali hi tech.

La ricerca sviluppata da Liuc con Tecniche Nuove getta luce su questo ambito dell’innovazione, che vede ora in Italia quasi quattro aziende su dieci in possesso di tecnologie avanzate.

L’Osservatorio sull’Automazione dei Magazzini, coordinato dal Prof. Fabrizio Dallari con Daniela Bianco e Alberto Corti, evidenzia come all’interno del campione esaminato, oltre 750 aziende di vari settori e dimensioni, ben il 38% sia già in possesso di queste tecnologie, un progresso del 19% rispetto all’edizione precedente. Altro elemento rilevante è la propensione ad investire, anch’essa in crescita: oggi, infatti, tra quanti non hanno ancora adottato queste innovazioni, il 37% pensa di agire in tal senso entro 12-24 mesi, dal 34% dell’anno precedente.

«La spinta ad investire deriva da più elementi – spiega Fabrizio Dallari, direttore del Centro sulla Logistica e Supply Chain della Liuc – e anzitutto poggia sulle difficoltà crescenti dei grandi gruppi nella gestione delle cooperative esterne, contratti che sempre più di frequente sono oggetto di attenzione da parte della magistratura. Scenario questo che incentiva le aziende a cercare soluzioni alternative, spingendo sulla leva dell’automazione. L’altro aspetto riguarda i costi di accesso di queste tecnologie, che si stanno riducendo, anche per l’arrivo di concorrenti asiatici che offrono soluzioni a basso costo».

Per quanti decidono di intraprendere questa strada le motivazioni sono anzitutto legate alla maggiore produttività generata, così come all’utilizzo più efficiente degli spazi interni a disposizione. Quanti invece sono refrattari ad entrare in questo ordine di idee vedono comunque un ostacolo nell’investimento iniziale e nei tempi di payback.

Fonte: Il Sole 24 Ore