In Fiera si cercherà la ricetta per contenere l’overtourism

In Fiera si cercherà la ricetta per contenere l’overtourism

Firenze, Venezia e Barcellona ma anche le Isole Canarie, Santorini e Mykonos. Senza dimenticare Roccaraso e Ovindoli dove nelle scorse settimane i tiktoker hanno scatenato all’assalto di migliaia di turisti per un giorno. Tra poche gioie, molti dolori e polemiche gli amministratori locali cercano di governare, di gestire flussi apparentemente ingestibili e imprevedibili a colpi di ordinanze. Un serpente che si morde la coda perché la spesa turistica totale in Italia, secondo Confindustria, nel 2024 ha toccato i 110 miliardi con 2 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Un successo al traino degli arrivi dall’estero perché il nostro Paese è al quarto posto della classifica per il maggiore numero di turisti stranieri, dopo Francia, Spagna e Usa. Il 2025 si prospetta forse un altro anno forse “dannato” per il turismo perché le previsioni dell’UNWTO parlano di una crescita del 3-5% sul 2024.

Tra prenotazioni, accessi contingentati e ticket d’ingresso si cerca di contenere il fenomeno ma non ci si dovrebbe dimentare che i visitatori stranieri partono, viaggiano quando hanno le ferie. Nel caso degli americani, clientela alto spendente per di più aiutata dal super dollaro. le settimane di ferie sono tra maggio e settembre. I tedeschi iniziano a partire per le vacanze in occasione della Pentecoste, un periodo di due settimane, mentre le ferie estive variano da Länder a Länder. Due premesse, esempi necessari per cogliere il nodo del problema overtourism: gli ospiti, i clienti viaggiano per venire in Italia quando possono. Non a caso Daniela Santanché, ministro del Turismo, ripete: «Secondo me dire “troppo turismo” è una bestemmia».

Quando si pensa alla destagionalizzazione si dovrebbero considerare questi fattori. Cosa diversa è parlare di mete alternative, località minori, borghi, bike tourism, sentieri, altri itinerari e modi per andare alla scoperta dell’Italia minore. Certo può sembrare difficile convincere un gruppo di turisti a stelle e strisce a non visitare Firenze per andare a vedere le meraviglie della Toscana degli etruschi, da San Casciano dei Bagni fino a Baratti e Populonia. Nella Valdichiana Senese e in particolare a San Casciano dei Bagni, per esempio, sono stati rinvenuti manufatti etruschi considerati il più grande tesoro etrusco della storia: statue in bronzo, oggetti votivi e 50mila monete. Tesori di cui ha parlato tutto il mondo e non solo per il perfetto stato di conservazione dei manufatti. Un territorio che offre un patrimonio culturale e artistico, enogastronomico e legato al benessere, a pochi chilometri ci sono le Terme di Chianciano, unico. Questo vuole essere solo un esempio di come si dovrebbe giocare l’asso delle destinazioni alternative in chiave overtourism rispetto ai canonici tour che “vendono” Roma, Firenze, Milano e Venezia. Un’altra opzione anti overtourism può arrivare dal turismo lento, esperenziale, quello dei cammini. Nell’anno del Giubileo ecco «Cammini Aperti: edizione speciale 2025» tra storia e natura, lontano dalla folla e dal caos. Il progetto è frutto del lavoro di squadra dei team di Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Toscana e Umbria che insieme hanno creato e promuovono questi percorsi secondo un modello che in prospettiva è destinato ad essere declinato su scala nazione e internazionale. Tre i cammini, San Francesco, Lauretani e di San Benedetto, e offrono una rete di centinaia di chilometri, disseminati di antichi borghi, luoghi di culto e scorci naturalistici pieni di incanto. Punti chiave dei percorsi il territorio, la natura e i borghi minori in una suggestiva combinazione tra centri molto noti e minori.

L’Italia offre migliaia di queste gemme, basta lasciarsi alle spalle le aree metropolitane e rivierasche per addentrarsi all’interno alla scoperta di territori ingiustamente definiti minori dove sopravvivono tradizioni centenarie, artigianato e specialità agroalimentari con prodotti a tiratura limitata ma anche comuni a rischio desertificazione. Visitare e fare visitare a chi arriva da lontano quelle aree aiuterà a distribuire le presenze turistiche e la ricchezza lungo tutta la Penisola.

Fonte: Il Sole 24 Ore