In Germania tre opzioni per riattivare il servizio di leva. In Italia Salvini apre, no di Crosetto

In Germania tre opzioni per riattivare il servizio di leva. In Italia Salvini apre, no di Crosetto

Salvini: quasi concluso progetto Lega per nuovo servizio leva

In Italia invece l’ipotesi di di tornare al servizio di leva fa emergere posizioni divergenti nella maggioranza. «La Lega – ha annunciato il vicepremier e minsitro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini – ha quasi concluso la stesura di un progetto di legge per reintrodurre una leva universale, 6 mesi obbligatorio per ragazzi e ragazze, a servizio della comunità, su base regionale. È una grande forma di educazione civica, con persone che si possono dedicare al salvataggio, alla protezione civile, al pronto soccorso, alla protezione dei boschi da svolgere vicino a casa. Una volta – ha ricordato il leader leghista – uno di Udine andava a Bari, e quello di Bari lo mandavano a Udine, dovendo lasciare studi e lavoro. Non sarà più cosi, si farà vicino a casa. Spero che anche la altre forze politiche appoggino la proposta».

Crosetto: «Progetto ritorno leva non riguarda le forze armate»

Chiude a questa ipotesi il ministro della Difesa Guido Crosetto . L’esponente di Fratelli d’Italia ha ribadito di essere contrario al ritorno del servizio di leva. «Le forze armate non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola. Le forze armate servono per fare professionisti, che difendono le istituzioni e la pace. Il servizio civile universale non è una cosa che riguarda le forze armate». Così si è espresso sul progetto di un ritorno della leva obbligatoria per attività svolte dai giovani a favore della comunità. Crosetto lo ha detto arrivando all’adunata degli Alpini a Vicenza. «Il servizio civile universale – ha concluso – non è una cosa che riguarda le forze armate».

L’ipotesi dei riservisti

In una prospettiva più ampia e in un eventuale scenario geopolitico futuro che si vuole scongiurare, la Difesa tagata Crosetto valuta l’ipotesi di una sorta di leva volontaria, per formare non oltre diecimila italiani come professionisti a disposizione del Paese, sempre aggiornati con addestramenti periodici e da attivare in determinati casi. Il supporto dei riservisti sarebbe quindi soprattutto di tipo logistico e per la cooperazione, senza escludere interventi anche in caso di calamità come già avviene per i militari. L’ipotesi potrebbe essere quella di reclutare ex militari, forze di polizia (sempre su base volontaria) o personale con determinate specifiche e svariate competenze. Non sarebbero comunque direttamente impiegati in prima linea sul fronte dei teatri operativi: ruolo che invece spetta a chi ne è esperto. Ma si arriverebbe così a recuperare il gap più volte lamentato dalle Forze armate sulla scarsa presenza di personale, che oggi conta 150mila unità.

In Germania i riservisti vengono richiamati per addestrarsi almeno una volta ogni anno e sono circa 15mila mentre la Francia ne arriva a disporre 77mila (settemila sono stati richiamati in servizio) con un obiettivo a medio termine di 85mila da innalzare a centomila entro il 2024 (lo stesso ministro francese Lecornu ha dichiarato che l’obiettivo è avere un soldato di riserva ogni due soldati attivi).

Ci sono poi i Paesi dove la leva è obbligatoria: in Israele, dove la norma vale sia per gli uomini che per le donne, i riservisti sono circa 400mila mentre in Svizzera, dove esiste anche l’alternativa del servizio civile, sono 300mila. Nel 2017 la Svezia ha istituito la leva militare sia per gli uomini sia per le donne dopo che il governo di Stoccolma aveva evocato un deterioramento del contesto di sicurezza in Europa. Il Paese scandinavo aveva abolito il servizio militare obbligatorio per gli uomini nel 2010 perché c’erano abbastanza volontari per soddisfare le sue esigenze militari. Dal 2013 la Norvegia applica la coscrizione militare a entrambi i sessi.

Fonte: Il Sole 24 Ore