In Islanda l’impianto più grande del mondo per assorbire l’inquinamento atmosferico
In Islanda è stato attivato l’impianto più grande del mondo per assorbire l’nquinamento atmosferico. Ne dà notizia ohga, magazine online.
Mammoth ultimato l’8 maggio
In Islanda dal 2022 – spiega ohga, magazine online, sul suo profilo instagram – un’azienda sta lavorando alla costruzione del più grande impianto in grado di assorbire la CO2 prodotta dall’uomo. Si chiama “Mammoth”. Climeworks, società svizzera, ha annunciato l’8 maggio che l’impianto è stato attivato e che quindi, in queste ore, già starebbe contribuendo all’assorbimento dell’inquinamento atmosferico. La notizia della costruzione della struttura era stata data il 28 giugno del 2022, quando l’azienda aveva annunciato il suo secondo più grande impianto. Infatti, il primo, “Orca”, era stato progettato e inaugurato nel 2021.
L’impianto può assorbire fino a un massimo di 36mila tonnellate di CO2 all’anno
Con Mammoth – scrive ancora ohga – l’Islanda ora è in grado di assorbire decine di migliaia di tonnellate all’anno di CO2, a fronte di migliaia di tonnellate all’anno. L’impianto è stato progettato per assorbire fino a un massimo di 36mila tonnellate di CO2 all’anno, anche se l’azienda stessa ha dichiarato che la rimozione netta effettiva sarà minore.
Questo perché l’azienda ha incluso nei documenti che servono a certificare la sostenibilità di impianto due variabili: i fattori di processo (poiché l’impianto non funziona sempre a regime) e le emissioni che servono per il funzionamento della struttura (quelle derivanti dalla produzione di materiali come acciaio o cemento, oppure pannelli e pale nel caso di rinnovabili). Rispetto a “Orca” però, Mammoth è più grande di circa dieci volte e ha ufficialmente cominciato a catturare CO2 tramite 12 delle sue 72 strutture di cattura.
Il dibattito sull’efficienza delle strategie di cattura e stoccaggio della CO2
La ricerca scientifica non è ancora certa della reale efficienza delle attuali strategie di cattura e stoccaggio di CO2, una parte è convinta che questa tecnologia possa essere utilizzata dalle stesse aziende che fanno ancora troppo poco per ridurre i livelli di produzione di anidride carbonica. Altri impianti del genere sorgeranno negli Stati Uniti, dove in Louisiana a marzo è stato firmato un accordo per la realizzazione di un mega-hub.
Fonte: Il Sole 24 Ore