In Puglia, Toscana ed Emilia gli itinerari di gusto più ricercati da chi viaggia
L’Italia afferma, quest’anno più che mai, un forte potere attrattore, da un lato per il Giubileo che pone Roma e tutto il Centro Italia tra le mete da visitare nel corso del 2025, dall’altro per il fascino esercitato dalle esperienze del gusto, cuore pulsante di un viaggio che non si limita più a un luogo, ma abbraccia storie, identità e innovazione. Quali le destinazioni su cui convergeranno gli interessi dei visitatori? A questa e ad altre domande ha cercato di rispondere il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, curato da Roberta Garibaldi, docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.
Le mete più desiderate del 2025
Le mete enogastronomiche più desiderate per il 2025 saranno, secondo l’analisi, Toscana (indicata dal 33,9% dei turisti italiani), Puglia (31,4%) ed Emilia-Romagna (25,6%). Toscana e Puglia sono apprezzate per il connubio unico tra paesaggi, vini e specialità culinarie. In Emilia-Romagna sono soprattutto il cibo e le cucine locali ad interessare chi viaggia. Guardando all’enoturismo, Cinque Terre, Salento e Chianti sembrano essere le mete più gettonate dei prossimi viaggi a tema vino degli italiani, indicate rispettivamente dal 20,1%, 19,9% e 18,5% degli intervistati. Nelle rinomate località ligure e pugliese è la bellezza dei paesaggi lo stimolo principale alla visita, insieme alle produzioni enologiche. Il Chianti è apprezzato soprattutto per le eccellenze culinarie e vitivinicole.
Monasteri, conventi del gusto e itinerari di pellegrinaggio
La ricaduta del Giubileo, secondo l’analisi condotta da Roberta Garibaldi, si farà sentire non soltanto su Roma, ma su una molteplicità di luoghi che legano la spiritualità al gusto, tra monasteri e conventi, itinerari di pellegrinaggio, borghi della fede e, infine, celebrazioni religiose. Si tratta di un turista, quello religioso, che si muove alla ricerca di autenticità, rapportandosi al territorio attraverso esperienze che creano un legame emotivo e spirituale. Tra gli esempi di queste connessioni c’è l’Abbazia di Praglia, nei Colli Euganei, dove i monaci producono vini fermi e spumanti metodo classico, insieme a tisane e miele. Le visite guidate, arricchite da degustazioni, raccontano una storia che unisce sapori e spiritualità. In Alto Adige, l’Abbazia di Novacella è celebre per i suoi vini della Valle Isarco, come il Kerner e il Grüner Veltliner. L’Eremo di Camaldoli, nell’Appennino Toscano, è noto per la produzione di liquori, miele, tisane e cioccolato, mentre a Palermo, l’ex Monastero di Santa Caterina custodisce la tradizione della pasticceria conventuale siciliana. I cammini della fede, dal canto loro, rispondono alla voglia di un turismo attivo ed esperienziale, fondato sulla scoperta dei piccoli borghi e delle loro specialità enogastronomiche, come le valli del riso tra Piemonte e Lombardia, le zone di produzione del Parmigiano Reggiano Dop e del Prosciutto di Parma Dop in Emilia Romagna, i grandi vini della Toscana, l’olio della Tuscia Dop e il Carciofo Romanesco Dop nel Lazio, fino alla scoperta dei prodotti del sud per chi prosegue il cammino oltre Roma in direzione di Santa Maria di Leuca, come i vini del Sannio e il pane di Altamura Dop. A corollario di queste proposte c’è naturalmente il ricco palinsesto di feste religiose che diventano spesso momenti di celebrazione dei prodotti tipici locali, trasformando la devozione in occasioni di incontro e convivialità.
Crescita delle mete minori e dei luoghi rurali
Se per i turisti europei il cibo è ormai stabilmente fra le esperienze più desiderate insieme a natura e cultura, la nuova via del turismo passa attraverso le mete meno conosciute. La survey globale condotta da Expedia indica che il 63% dei rispondenti ha intenzione di visitare queste destinazioni nel corso dei viaggi del 2025 e un’indagine della piattaforma Booking.com conferma l’alto interesse verso queste località. Sempre più spesso, il paesaggio si configura come un elemento chiave nella scelta di una destinazione turistica, soprattutto per il turismo enogastronomico. Il 59,3% dei turisti coinvolti nell’indagine sul turismo enogastronomico ha indicato il “godimento del paesaggi rurali” come una primaria motivazione dei viaggi realizzati negli ultimi 3 anni, e il 55,3% ha indicato il paesaggio come un forte elemento di interesse nella realizzazione di viaggi futuri.
Tour ed eventi tematici
Sta emergendo, inoltre, un nuovo modo di fare enoturismo. A degustazioni e visite – che rimangono le proposte più popolari – si affiancano attività che associano la scoperta del vino con l’opportunità di vivere i luoghi in modo coinvolgente, con un alto gradimento anche per tour, itinerari ed eventi tematici. Tra i giovani, l’interesse è concentrato su attività open air come trekking, vendemmia attiva, oppure tour ed itinerari a tema vino. La Generazione Z diventa un target verso cui sperimentare proposte creative, immersive, sostenibili e multisensoriali che reinterpretano la cultura del vino. Gli eventi stagionali o culturali legati al territorio, i fenomeni naturali spettacolari come l’aurora boreale, stanno diventando catalizzatori di flussi turistici. La ricerca di esperienze autentiche e irripetibili spinge i viaggiatori a pianificare itinerari in funzione di questi appuntamenti. Dalla ricerca del tartufo alla fioritura dei ciliegi, dalla raccolta delle olive alla vendemmia, gli eventi stagionali motivano il viaggio, così come festival e sagre.
Fonte: Il Sole 24 Ore