In Sicilia impianti fotovoltaici anche sulle chiese

In Sicilia impianti fotovoltaici anche sulle chiese

I pannelli fotovoltaici sulle chiese per garantire maggiore sostenibilità e far risparmiare la diocesi. E’ questa l’iniziativa della Diocesi di Acireale in provincia di Catania che ha avviato la Comunità energetica rinnovabile e solidale con il patrocinio della Presidenza della Regione Siciliana. Si tratta di un progetto pilota che farà da apripista ad altre Cer in tutte le diocesi dell’Isola, grazie all’accordo di collaborazione tra la Regione siciliana e la Conferenza episcopale siciliana.

Presentato studio di fattibilità

Lo studio della fattibilità, del cronoprogramma e dei benefici per il territorio è stato presentato a Palazzo d’Orléans a Palermo, dal presidente della Regione, Renato Schifani, dal presidente della Conferenza episcopale siciliana (Cesi) e vescovo di Acireale, monsignor Antonino Raspanti, e dall’Energy manager della Regione, Roberto Sannasardo. «Il governo regionale sta investendo risorse economiche e professionali per promuovere la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili – dice Schifani -. Uno degli obiettivi è puntare alla riduzione del costo complessivo delle forniture elettriche, favorendo condizioni di mercato vantaggiose per spingere le imprese a investire in Sicilia. L’accordo con la Cesi rappresenta uno strumento importante di diffusione e condivisione di questo percorso con le realtà territoriali, a tutela dell’ambiente, nel segno della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile».

Progetto patrocinato dalla Regione: quattro le chiese coinvolte

La diocesi di Acireale ha individuato i partner esterni, che sosterranno gli aspetti tecnici, giuridici e progettuali e assicureranno la realizzazione degli impianti, per rientrare nell’arco di diciotto anni dall’investimento stimato in oltre 700 mila euro. Dall’installazione dei pannelli fotovoltaici, gli impianti potranno entrare in funzione in tre o quattro mesi. Gli impianti fotovoltaici saranno realizzati su cinque immobili di proprietà ecclesiastica ritenuti idonei: il Cuore immacolato di Maria e la struttura annessa, le chiese San Paolo apostolo e Santi Cosma e Damiano, il Seminario vescovile. Tutti gli impianti saranno dotati di sistemi di accumulo. L’energia prodotta servirà sia a coprire il consumo in fascia di produzione delle utenze connesse sia ad accumulare l’energia condivisa nei sistemi appositi, che verranno installati nelle utenze finali appartenenti alla diocesi. L’energia accumulata in fascia di produzione servirà a soddisfare parte delle necessità energetiche nelle ore notturne. Saranno prodotti oltre 337 mila kWh all’anno, il 14% servirà all’autoconsumo dei cinque edifici produttori, l’86% di energia sarà immessa in rete, di cui il 76% (circa 222 kWh/anno) sarà condiviso con i 25 membri della Cer. «La Chiesa è chiamata a essere custode del Creato, promuovendo uno sviluppo sostenibile e solidale che rispetti la dignità della persona umana e il bene comune – sottolinea monsignor Raspanti -. Le Comunità energetiche rinnovabili rappresentano un’opportunità concreta per coniugare la tutela dell’ambiente con la giustizia sociale, garantendo l’accesso all’energia pulita e sostenibile anche alle fasce più fragili della popolazione. Accogliamo con favore il progetto pilota avviato nel nostro territorio, che si inserisce in una visione regionale di ecologia integrale».

Il vantaggio economico per la Diocesi

Un vantaggio economico per la Cer della diocesi di Acireale pari a quasi 41 mila euro all’anno (oltre 11 mila euro di risparmio in bolletta e quasi 30 mila euro di incentivo per l’energia condivisa). Il beneficio ambientale è equiparabile a una riduzione di emissione in atmosfera di 179 tonnellate di CO2 all’anno o a 63 Tonnellate equivalenti petrolio in meno; come se venissero piantati sul territorio 1.074 alberi.

Fonte: Il Sole 24 Ore