In Spagna non occorre l’unanimità per vietare gli affitti brevi in condominio

In principio fu il regio decreto legge 7/2019, del 1° marzo, sulle misure urgenti in materia di alloggi e affitti a cercare di limitare il boom turistico in Spagna, ora il dibattito sull’overtourism è in pieno svolgimento anche in terra iberica e la Corte suprema ha di recente richiamato proprio quelle norme in due sentenze.

Le previsioni del decreto vigente in Spagna sugli affitti turistici

In virtù delle previsioni del Titolo II del regio decreto citato, è possibile bloccare l’apertura di attività turistiche, come bed and breakfast e affittacamere all’interno dei condòmini, se il 60% dei proprietari dell’edificio si oppone. In due sentenze, i giudici supremi spagnoli hanno ribadito la validità di quelle norme che consentono alle comunità condominiali di vietare, attraverso il regolamento, le locazioni turistiche, senza dunque necessità della totalità dei proprietari come previsto invece in Italia.

In materia di alloggi ad uso turistico, il Titolo II ha introdotto una riforma del regime immobiliare orizzontale che esplicita la maggioranza qualificata necessaria affinché le comunità di proprietari possano limitare o condizionare l’esercizio dell’attività, ovvero stabilire quote o aumenti speciali di partecipazione alle spese condominiali comuni, nell’ambito della normativa settoriale che regola l’esercizio di tale attività e del regime degli usi stabilito dagli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale.

La gestione condominiale iberica

Inutile dire che la gestione condominiale spagnola è diversa dalla nostra, anche se ci sono punti in comune. Tutto ciò che riguarda la comunità dei proprietari di immobili in Spagna è regolato dalla Legge sulla proprietà orizzontale, che stabilisce i diritti e gli obblighi dei proprietari degli immobili che abitano l’edificio o che compongono la comunità. Chi è proprietario di un appartamento partecipa alle spese per la manutenzione dei beni comuni in ragione dell’estensione della superficie dell’appartamento, la sua altezza, la sua ubicazione all’interno dell’edificio e l’ubicazione interna ed esterna di ciascuno degli immobili che lo compongono (i nostri millesimi). Come da noi pertanto esiste un regolamento dell’edificio che individua le spese comuni da sostenere.

La plenaria della divisione Civile della Corte suprema con le due sentenze citate conferma che la comunità di proprietari può vietare l’attività di affitti

Fonte: Il Sole 24 Ore