Indennizzi, rinvio tasse e affitti, 40 miliardi per i nuovi aiuti
Un budget da 40 miliardi di extra-deficit, che oggi registrerà il via libera del Consiglio dei ministri, per finanziare un nuovo decreto Sostegni, che questa volta sarà intitolato alle imprese. Dei 40, oltre venti dovrebbero andare ad aziende e partite Iva. Tra le soluzioni attese nel provvedimento anti-crisi a sostegno delle attività economiche travolte dalle misure restrittive per contenere i contagi coronavirus, nuovi aiuti su affitti, Imu del turismo e occupazione del suolo pubblico (esenzione fino a un anno), 6,7 miliardi per finanziare Transizione 4.0, stop selettivo di una serie di scadenze fiscali, misure per la liquidità delle imprese (proroga delle moratorie e rinvio dell’entrata in vigore del Codice delle crisi di impresa (si veda anche Il Sole 24 Ore del 15 aprile).
Nuovo decreto Imprese atteso per fine aprile, inizio maggio
Un percorso quello del nuovo decreto che parte oggi, con il via libera nel primo pomeriggio da parte del Consiglio dei ministri allo scostamento di bilancio per un importo pari, appunto, a 40 miliardi. Le risorse andranno ad alimentare anche il nuovo fondo complementare al Recovery, da circa 30 miliardi da qui al 2026, chiamato a finanziare i progetti esclusi dal piano.Perché il nuovo decreto per le imprese – o decreto Sostegni bis – veda la luce, però, servirà qualche giorno in più e l’orizzonte al momento è l’ultima settimana di aprile, al massimo i primi giorni di maggio.
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Sostegni su un doppio binario: riduzioni di fatturato e abbattimento dei costi fissi
La platea delle imprese, quindi, è in prima linea tra i destinatari di questo intervento di sostegno che, nelle intenzioni del Governo, dovrebbe essere l’ultimo prima della ripartenza. Dopo la frenata dell’economia nel primo trimestre dell’anno, infatti, l’attesa è per una ripresa nel secondo. Un doppio intervento sui cali di fatturato e sui costi fissi. E un nuovo sostegno alla liquidità dopo che gli strumenti messi in campo in piena emergenza hanno garantito la sopravvivenza delle imprese nell’anno della pandemia.
Contributi a fondo perduto per le imprese travolte dalle misure restrittive
La parte più consistente delle risorse del decreto Imprese dovrebbe andare ai contributi a fondo perduto, visto che questa volta non c’è la necessità di finanziare le misure a protezione del lavoro (operazione che è stata effettuata con il provvedimento precedente, il decreto Sostegni all’esame delle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato, in prima lettura). Nel pacchetto potrebbe entrare qualche misura di sostegno, anche ai contratti a termine, ma c’è una riflessione in corso visti “i tanti incentivi” alle assunzioni già in vigore per il 2021 che ancora, visto il perdurare delle chiusure anti-contagio, non hanno potuto dispiegare i loro effetti. La nuova piattaforma messa a punto da Agenzia delle Entrate con Sogei ha già consentito di inviare nei primi dieci giorni bonifici per quasi 2 miliardi a 600mila partite Iva. E la tempestività sarebbe una delle caratteristiche dell’intervento che si vorrebbe mantenere. Erogare i contributi con gli stessi criteri, però, non consentirebbe di “mirare” i fondi laddove c’è più bisogno, per questo ancora non ci sarebbero decisioni definitive. Di sicuro si vuole arrivare a coprire anche le chiusure di marzo e aprile, confidando su maggio come mese delle riaperture. L’altra idea che si sta prendendo in considerazione, ma che avrebbe tempi più lunghi, sarebbe quella di un sistema di acconto e saldo che consenta di guardare non solo al fatturato ma ai dati dei bilanci. Se lo schema venisse replicato tale e quale, senza cambiare platea o percentuali, servirebbero per i soli ristori circa 20-22 miliardi.
Giorgetti: ragionare su estensione rimborso prestiti
Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti intervenuto in audizione davanti alle commissioni riunite Attività produttive e Industria ha posto l’accento sul fatto che nel decreto Sostegni Bis atteso verso fine mese si dovrà valutare la possibilità di prolungare la scadenza per il rimborso dei prestiti introdotti dai dl anti-Covid da parte delle aziende. «Bisogna ragionare», ha spiegato, se l’arco dei sei anni previsti «è compatibile con la capacità di recupero delle imprese. Nel prossimo decreto – ha aggiunto – dovremo immaginare se ritoccare ed estendere le norme finora in vigore».
Fonte: Il Sole 24 Ore