India, Borsa ai massimi in attesa della conferma di Modi

India, Borsa ai massimi in attesa della conferma di Modi

I mercati vedono in Narendra Modi un leader più business friendly dell’opposizione, anche se un confronto tra le performance dell’economia indiana durante questi 10 anni a trazione Bjp e il decennio precedente a guida Congress premia quest’ultimo, sia in termini di tassi di crescita del Pil che degli indici di Borsa. Va detto che nei suoi dieci anni di potere il Bjp ha anche dovuto anche gestire la pandemia in un Paese straordinariamente vulnerabile.

Secondo il consensus degli istituti di sondaggi, il Bharatiya Janata Party di Modi dovrebbe incrementare sostanzialmente il suo bottino di 303 seggi su 543 di cinque anni fa. Il dato è tutto sommato in linea con quanto ci si aspettava prima del voto, ma migliore delle stime che sono circolate nelle ultime settimane, quando c’erano state una serie di indicazioni che lasciavano intravedere un risultato più equilibrato.

Proprio per questo alcuni investitori potrebbero decidere di aspettare i risultati ufficiali, dato che in India gli exit poll in passato hanno fornito indicazioni anche grossolanamente sbagliate. In epoca recente, sottostimando i margini di vittoria del Bjp; nel 2004 addirittura indicando come sicuro vincitore uno schieramento uscito poi sconfitto dal voto.

Fare previsioni sull’andamento delle elezioni indiane – in queste sei settimane hanno votato 642 milioni di persone in 28 Stati e 8 Territori – non è semplice, perché i fattori che decidono gli orientamenti degli elettori sono molteplici, alcuni di respiro nazionale, altri squisitamente locali, senza contare le appartenenze religiose e castali, il peso dei partiti regionali e la volatilità delle alleanze. A rendere ulteriormente complessa la lettura, quest’anno potrebbe anche aver contribuito il clima politico che si respira nel Paese, che non è particolarmente clemente con gli oppositori del governo e che potrebbe aver ridimensionato le dichiarazioni di voto in favore dell’opposizione.

Non solo. Gli ultimi 5 anni hanno registrato performance economiche diseguali: dal tracollo durante la pandemia, al +8,2% di Pil dell’anno fiscale concluso lo scorso 31 marzo. Anche la ripresa post-pandemica ha creato delle fratture tra i ceti alti che hanno beneficiato di un boom che sta trascinando i consumi dei beni di lusso e quelli bassi che hanno continuato a misurarsi con disoccupazione elevata, impieghi all’80% e oltre nel settore informale e retribuzioni modeste. Non a caso, il governo Modi ha esteso per altri 5 anni un programma di welfare che distribuisce 5 chilogrammi di riso al mese a oltre 800 milioni di persone, ovvero il 56% della popolazione indiana.

Fonte: Il Sole 24 Ore