India, l’authority su mercati muove contro Hindenburg

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – La saga finanziaria che vede sfidarsi da oltre un anno il Gruppo Adani e lo short seller americano Hindenburg Research si è arricchita martedì di un nuovo capitolo con l’intervento del Securities and Exchange Board of India (Sebi), l’equivalente locale della nostra Consob. Nel mirino del regolatore indiano non è però finita la conglomerata accusata di frodi contabili e di avere gonfiato artificialmente il valore dei propri titoli, ma il fondo che in un report pubblicato nel gennaio del 2023 ha fatto scoppiare il caso, facendo precipitare di 153 miliardi di dollari la capitalizzazione della società indiana.

La notizia è diventata pubblica quando Hindenburg ha pubblicato sul proprio sito web lo show of notice, un avviso che si è sotto indagine, ricevuto lo scorso 27 gennaio dalla Sebi nel quale si accusa lo short seller di aver violato una serie di regole di Borsa, di aver usato nel report un linguaggio mirato a ingannare i lettori e di essere colluso con un gruppo di investitori. La pubblicazione del documento è stata accompagnata da una replica della società americana che ha definito le accuse come «nonsense» e come «un tentativo di zittire e intimidire coloro che documentano le frodi e la corruzione perpetrate dagli uomini più potenti dell’India».

Il report al centro della vicenda ha scosso per settimane i mercati finanziari indiani, terremotando tutti i titoli della galassia di società che fa capo a Gautam Adani, considerato l’imprenditore più vicino al primo ministro Narendra Modi. Una conferma di come i destini del primo dipendano dalle fortune politiche del secondo è venuta con la pubblicazione dei risultati elettorali di un mese fa. Finché gli exit poll hanno dato per trionfante Modi, i titoli legati ad Adani hanno fatto molto meglio del resto del listino. Non appena si è capito che gli exit poll erano sbagliati e che il partito di Modi aveva perso la maggioranza in Parlamento e per governare avrebbe avuto bisogno di alleati, i titoli sono crollati.

Oggi, a quasi un anno e mezzo dalla pubblicazione, le azioni del gruppo – che nel frattempo ha attraversato una fase di riassetto azionario con l’ingresso di due investitori stranieri di peso come Gqg e International Holding – hanno recuperato buona parte delle perdite e valgono complessivamente “solo” 30 miliardi in meno rispetto ai 235 miliardi di dollari pre-report. Il Gruppo Adani ha risposto alle accuse ricevute da Hindenburg in maniera vaga, arrivando a definire la pubblicazione del rapporto «un attacco mirato all’India, all’indipendenza, integrità e qualità delle istituzioni indiane e alla storia di crescita e ambizioni dell’India».

Fonte: Il Sole 24 Ore