India, torna in libertà uno dei grandi oppositori di Modi

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – La Corte Suprema indiana ha rimesso in libertà uno dei principali oppositori del primo ministro indiano Narendra Modi dopo diversi mesi di carcere preventivo. I giudici hanno disposto la scarcerazione perché il processo richiederà tempo e perché hanno lasciato intendere di nutrire dei dubbi circa la solidità di alcune delle accuse che lo stavano tenendo in carcere.

Arvind Kejriwal è il chief minister di Delhi nonché il leader dell’Aam Aadmi Party, o Partito dell’uomo comune, ed era stato tecnicamente liberato su cauzione già a luglio senza però poter tornare a casa a causa di una nuova indagine nei suoi confronti. La Corte ha avanzato il sospetto che l’inchiesta del Central Bureau of Investigation (Cbi) avesse lo scopo di tenerlo in carcere dopo l’accoglimento della domanda di scarcerazione seguita all’indagine dell’Enforcement Directorate (Ed), un’agenzia specializzata in reati finanziari.

Kejriwal era stato arrestato una prima volta a marzo, poche settimane prima delle elezioni politiche che hanno visto il primo ministro Narendra Modi conquistare uno storico, ma per lui amaro, terzo mandato, il primo in cui per governare dovrà appoggiarsi ai voti dei propri alleati di coalizione. Il leader di opposizione era stato temporaneamente rilasciato su cauzione a maggio per consentirgli di fare campagna elettorale prima di tornare in prigione il 2 giugno a elezioni concluse.

Kejriwal e i suoi compagni di partito, già tornati in libertà alcuni mesi fa, sono accusati di avere incassato tangenti per 1 miliardo di rupie (10,7 milioni di euro) in cambio della revisione delle norme che regolano la vendita di bevande alcoliche nel National Capital Territory of Delhi, un’entità amministrativa in cui si stima vivano quasi 20 milioni di persone . Il chief minister ha sempre negato le accuse, definendole una cospirazione politica. Nei mesi precedenti al voto, le inchieste sui leader dei partiti di minoranza si erano moltiplicate e la decisione, poi invalidata, di congelare i conti correnti del principale partito di opposizione aveva fatto scalpore.

Fonte: Il Sole 24 Ore