Industria del vetro: in Italia servono 15 miliardi di euro per net-zero al 2050

Servono almeno 15 miliardi di euro di investimenti per raggiungere la neutralità carbonica dell’industria del vetro in Italia entro il 2050. È la stima del rapporto di Assovetro sulla decarbonizzazione realizzato con Kpmg e presentato durante il convegno del 25 ottobre “La transizione ecologica del vetro”.

Politiche adeguate

Il percorso di decarbonizzazione pianificato dall’Ue per il 2050 comporterà per il settore una trasformazione radicale nel modo di produrre i manufatti e di utilizzare l’energia, richiedendo nuove tecnologie, infrastrutture e fondi adeguati. «La transizione dell’industria del vetro potrà avere successo senza mettere a rischio la competitività industriale solo con politiche e regolamenti governativi adeguati e calibrati, una chiara e condivisa programmazione degli interventi, incentivi per l’adozione di tecnologie pulite (cattura e stoccaggio della CO2, idrogeno, energia verde) sia alla domanda che alla produzione, supporto alla ricerca e sviluppo, realizzazione delle necessarie infrastrutture (trasporto CO2, idrogeno e potenziamento rete elettrica)», indica l’associazione.

Comparto da 9,6 miliardi

L’industria del vetro in Italia rappresenta la seconda manifattura in Ue (la prima per vetro cavo): copre il 16% della produzione europea con 9,6 miliardi di fatturato e 29mila addetti. «Oggi le produzioni di vetro italiane sono leader a livello europeo nell’efficienza energetica e nel riciclo. Le aziende hanno piani di investimento per la riduzione delle proprie emissioni di CO2 e tutte stanno investendo in tecnologie innovative. Ma non possiamo fare tutto da soli, né da un punto di vista di risorse né da un punto di vista di programmazione, senza mettere a rischio la nostra competitività: il solo mercato non può guidare questo cambiamento. È necessario che il legislatore si muova con coerenza e gradualità. Senza una roadmap italiana e una guida dell’Europa, si correrà il pericolo di delocalizzare un’industria strategica in Paesi con standard ambientali e sociali più bassi, creando e non risolvendo i problemi», ha commentato il presidente di Assovetro Marco Ravasi.

Gli scenari

Per arrivare all’obiettivo net-zero entro il 2050, lo studio di Assovetro e Kpmg prende in considerazione sei leve di decarbonizzazione: efficientamento energetico, maggiore utilizzo del rottame, ulteriore elettrificazione, green fuels, tecnologie di cattura della CO2 (Ccs), utilizzo di materie prime decarbonate. E due scenari principali: il primo è legato a una strategia di utilizzo predominante di combustibili verdi (biometano, idrogeno) integrato alla tecnologia Ccs per eliminare le emissioni residuali di CO2, derivanti della reazione di vetrificazione nei forni. Il secondo vede un ruolo centrale di trasporto, stoccaggio o riutilizzo della CO2, con la continuazione dell’uso di gas naturale di origine fossile

Nello scenario che mette al centro i combustibili verdi si prevede un aumento del 387% dei consumi elettrici a causa dell’elettrificazione dei forni e della produzione di idrogeno verde, e una crescita di circa 122,24 euro a tonnellata dei costi per il vetro prodotto (8,2 milioni di tonnellate all’anno) e, in valore assoluto, di circa un miliardo di euro all’anno. In un futuro che ruota attorno alla tecnologia Ccs invece le stime vedono un aumento dei consumi elettrici del 189%, mentre il costo incrementale potrebbe fermarsi a circa 75,52 euro a tonnellata di vetro prodotto, per un valore assoluto di 620 milioni di euro all’anno.

Fonte: Il Sole 24 Ore