Innovazione, investimenti nella filiera, qualità: così la filatura italiana reagisce al rallentamento

Innovazione, investimenti nella filiera, qualità: così la filatura italiana reagisce al rallentamento

L’industria della filatura italiana non sfugge al rallentamento che sta interessando l’intero sistema moda e nel 2024 perde il 6,2% del fatturato, secondo le stime di Confindustria Moda, scendendo a 2,7 miliardi e tornando, di fatto, ai livelli pre-Covid del 2019.

Dopo l’impennata del 2021 e del 2022, l’ultimo biennio è stato deludente sia per la filatura laniera (che vale l’83% del fatturato totale), sia per il cotone e il lino. In flessione l’anno anche l’export (-4,1% a 833 milioni), che però nei filati ha un peso più contenuto che negli altri comparti moda (poco più del 30%) perché gran parte vengono trasformati in Italia. Come la moda uomo e la moda junior, l’industria della filatura nel 2024 migliora il saldo commerciale grazie alla forte discesa dell’import: il risultato segna +36 milioni.

Per quest’anno le previsioni sono di consolidamento del settore, anche se dal salone Pitti Filati – che si apre oggi a Firenze con 114 marchi italiani e stranieri, 69 dei quali presentano le collezioni di filati per la primavera-estate 2026 (gli altri sono espositori di macchine tessili, ricami, finissaggi, software e maglifici) – ci si aspetta un segnale di fiducia.

Tra i nomi più importanti c’è la marchigiana Cariaggi, specializzata nei filati pregiati e controllata dall’omonima famiglia (51%) affiancata da Chanel e Brunello Cucinelli (24,5% a testa), che ha appena stretto i rapporti con un fornitore storico, assicurandosi il 25% della Ritorcitura Vignolini di Prato. L’operazione si spiega con la volontà di rafforzare le competenze nel segmento dei filati fantasia, di cui Prato è sempre stata regina. «Abbiamo deciso di consolidare la collaborazione con la Ritorcitura Vignolini entrando in società al 25% – spiega il presidente Piergiorgio Cariaggi – per accrescere le specializzazioni delle maestranze nel segmento luxury, sia internamente che presso i nostri fornitori».

Cariaggi ha chiuso il 2024 con 121 milioni di fatturato, in calo del 13%, un risultato considerato «soddisfacente» vista la «persistente complessità di mercato». Il budget 2025 prevede un leggero incremento: «Il sentiment di questo avvio d’anno è leggermente più positivo», afferma Cariaggi, che si appresta a investire quasi cinque milioni per ampliare gli stabilimenti di Cagli e inserire nuove tecnologie.

Fonte: Il Sole 24 Ore