Inps: gli uomini guadagnano il 28% in più delle donne

Inps: gli uomini guadagnano il 28% in più delle donne

Nel 2023 le retribuzioni settimanali lorde degli uomini sono state superiori in media del 28,34% di quelle delle lavoratrici: 643 euro contro 501. A fotografare questo gap ancora marcato è il Rendiconto sociale dell’ Inps, presentato ieri dal Civ (Consiglio d’indirizzo e vigilanza) dell’Istituto, che mette anche in evidenza la significativa differenza (51%) tra la media retributiva del complesso dei lavoratori comunitari, pari a 582 euro settimanali, e quella degli extracomunitari: 385 euro. Gli stranieri sono il 10,7% degli occupati ma superano il 25% tra i nuovi assunti. Tra gli extracomunitari le donne “guadagnano” in media 309 euro a settimana mentre gli uomini arrivano a 432 euro. La rilevazione dell’Inps sottolinea che «tutti i dati relativi ai livelli occupazionali, alle condizioni contrattuali, ai livelli retributivi e pensionistici evidenziano la permanenza di una discriminazione di genere ancora rilevante» e giunge nello stesso giorno in cui da uno studio di Confcommercio emerge che in Italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro tra i 15 e i 74 anni «è ancora lontano dai livelli europei»: lo scorso anno è stato del 49,3%, al di sotto di oltre 12 punti del livello della Ue a 26 (61,8%). «Un divario che – fa notare Confcommercio – aumenta nel tempo, da 11,6 punti percentuali del 2018 a 12,5 punti del 2023, e che rappresenta uno dei principali problemi per la crescita di lungo termine del nostro Paese».

Il presidente del Civ Ghiselli: la qualità dei servizi erogati dall’Inps è migliorata

Tornando al Rendiconto Inps, il presidente del Civ, Roberto Ghiselli, ha affermato che anche nel 2023 l’ente «ha saputo garantire ai cittadini e alle imprese le numerose prestazioni a cui l’Istituto è preposto, migliorando la qualità media dei servizi erogati e confermando il suo ruolo di principale pilastro del welfare pubblico italiano, contribuendo in maniera determinante alla tenuta della coesione sociale del Paese».

Dal 2021 continuano ad aumentare gli assicurati all’Istituto

Il direttore generale dell’Inps, Valeria Vittimberga, si è soffermata soprattutto sull’andamento dell’occupazione, che in Italia «è cresciuta di oltre mezzo milione di unità di cui 373mila a tempo indeterminato. Questo sviluppo – ha detto – non solo evidenzia la capacità del Paese di generare nuove opportunità, ma anche di consolidare posti di lavoro stabili». Come ricordato anche dal vicepresidente del Civ, Guido Lazzerelli dal 2021 si è registrata una crescita complessiva degli assicurati all’Istituto, con un saldo positivo di 523 mila nel 2023. Nella rilevazione del Civ si fa poi notare che sono cresciute le ore utilizzate e i lavoratori beneficiari della Cassa integrazione ordinaria, passati da 525.018 del 2022 a 583.129 del 2023, come anche coloro che hanno beneficiato dei trattamenti di disoccupazione, saliti da 3.145.632 a 3.246.384 utenti.

Meno pensioni e calati del 57,14% i beneficiari del Reddito di cittadinanza

Sul versante delle pensioni, nel 2023 i trattamenti previdenziali complessivamente liquidati sono stati 837.399: 40.969 in meno rispetto all’anno precedente (-4,66%) e 69mila in meno rispetto al 2021. Una tendenza quella alla riduzione dei pensionamenti che, secondo Ghiselli, «sarà ulteriormente accentuata nell’anno in corso, in particolare per quanto concerne Quota 103 con il ricalcolo contributivo attualmente vigente». Cresce, invece, il numero delle pensioni e degli assegni di invalidità civile liquidati, che passano nel biennio da 583.628 a 613.203. A ridursi sensibilmente nel 2023 sono stati i beneficiari del reddito di cittadinanza (-57,14%), passando da 1.039.700 a 445.541, mentre si è notevolmente ampliata la platea dei beneficiari dell’Assegno unico, arrivata a 6.510.425 nuclei familiari, rispetto ai circa 2,5 milioni dei vecchi Assegni familiari.

Fonte: Il Sole 24 Ore