Intacture: in Trentino corrono i lavori per il datacenter green in miniera

Il foro che lascia intravedere il cielo è già stato realizzato, lo scavo è grande come un palazzo, porta un’aria frizzante giù nelle gallerie dove la temperatura costante è di 12°C. Si tratta del fornello, lo snodo che unirà le strutture in superficie con la parte ipogea del datacenter sotto la montagna di Predaia (Trento), nella miniera di dolomia dell’azienda Tassullo, presentato ieri con il nome ufficiale: Intacture, The Natural Home of Data. Un brand che lascia intravedere sviluppi accennati ora nei rendering del progetto e in suggestioni che vanno oltre i dati. Per un polo di innovazione negli ambiti della salute, dell’intelligenza artificiale, dell’agricoltura di precisione, della cybersecurity, per esempio.

Fondi Pnrr

Al momento, nel cantiere sotterraneo che si apre tra i meleti della Val di Non, ogni giorno è prezioso: gli scavi sono in corso dall’inizio dell’anno, i lavori in superficie dalla primavera. Sono già stati spostate 50mila tonnellate di materiale, circa i due terzi necessari. Seguirà l’infrastrutturazione. Si corre per chiudere una prima fase operativa entro il 31 dicembre 2025, prima che scadano i termini imposti dai fondi Pnrr confluiti nell’opera: il via a un progetto che si accarezzava da 15 anni.

Si tratta di 18,4 milioni di euro su un impegno finanziario complessivo di 50,2, con la differenza di 31,8 proveniente da risorse private in un’architettura gestita da Trentino DataMine, società espressione del partenariato pubblico-privato costituito dall’Università degli Studi di Trento – soggetto attuatore e guida scientifica del progetto – e un raggruppamento di imprese selezionato tramite gara: l’azienda edile Covi Costruzioni (come Tassullo controllata da Covi Holding), l’acceleratore di tecnologia Dedagroup, il Gruppo Gpi specializzato in digitalizzazione in ambito sanitario e la holding di partecipazioni Isa (Istituto Atesino di Sviluppo). Ha curato il progetto architettonico In-Site. Al momento il piano industriale, che prevede l’offerta di servizi digitali ad aziende, pubblica amministrazione, enti di ricerca, si sviluppa in 30 anni, pari alla durata del diritto di superficie, con un ritorno dell’investimento alla fine dei primi 15 e poi spazio per la marginalità.

Punto di riferimento

L’1 ottobre la presentazione istituzionale con la sindaca di Predaia Giuliana Cova e l’Assessore allo sviluppo economico, lavoro, università, ricerca della Provincia autonoma di Trento Achille Spinelli (e il plauso del suo presidente Maurizio Fugatti). Le parole d’ordine: sostenibilità, innovazione, futuro. «Con questo progetto diventiamo oggi un punto di riferimento europeo nella ricerca e sviluppo, contribuendo alla creazione di uno dei pochi poli di innovazione digitale green a livello globale», il commento del rettore dell’Università di Trento, e presidente di Trentino DataMine, Flavio Deflorian.

La posizione sfrutta i benefici di uno sviluppo all’80% ipogeo fino a 100 metri di profondità, negli 80mila metri quadrati potenziali della miniera dell’azienda Tassullo. In primo luogo viene minimizzata l’occupazione del suolo. Soprattutto, viene ridotto il consumo energetico, legato in particolare al raffreddamento delle macchine che saranno installate: l’efficienza energetica di Intacture si attesterà infatti su un Pue (power usage effectiveness) inferiore a 1,25 contro una media di 1,6 dei data center europei, mentre l’approvvigionamento elettrico avverrà da fonti rinnovabili. Inoltre, i 90 milioni di metri cubi di dolomia contribuiranno a garantire sicurezza elettromagnetica, idrogeologica, fisica, digitale (nelle gallerie che ospiteranno i server, i telefoni non prendono).

Fonte: Il Sole 24 Ore