Intel, ecco cosa sappiamo della prima “fonderia” di chip pensata per l’intelligenza artificiale
“Intel Foundry” non sarà probabilmente una denominazione originale per un progetto che vuole essere una pietra miliare per una nuova fase dell’industria del silicio. Anzi non lo è affatto, visto e considerato che si tratta di un “renaming” della precedente attività produttiva Intel Foundry Services. Ma l’annuncio che il colosso californiano ha battezzato a San Jose al cospetto di vari rappresentanti del gotha dell’industria tecnologica Usa (fra cui Satya Nadella, Sam Altman e Rene Haas, rispettivamente i Ceo di Microsoft, Open AI e Arm) e figure di spicco delle istituzioni (fra i relatori c’era infatti il Segretario al Commercio degli Stati Uniti, Gina Raimondo) ha una grande rilevanza. E per alcune precise ragioni. La prima è facile da recepire: si tratta della prima fonderia per la produzione di semiconduttori progettata per l’era dell’intelligenza artificiale. E nella parole del Ceo di Intel, Pat Gelsinger, si legge a chiare lettere il pensiero strategico alla base del progetto: «L’AI sta profondamente trasformando il mondo e il modo in cui concepiamo sia la tecnologia sia il silicio che la alimenta”, ha commentato infatti il manager in una nota, aggiungendo come questa trasformazione crei opportunità “senza precedenti per i progettisti dei chip più innovativi” e per le fabbriche, come Intel Foundry per l’appunto, che nascono per dedicarsi a questa nuova frontiera. Le credenziali che può mettere in gioco la nuova creatura sono del resto di peso e comprendono tutte le generazioni di processi di fonderia, un numero significativo di clienti che utilizzano le funzionalità ASAT (Advanced System Assembly and Test) e un volume d’affari stimato, fra wafer e packaging avanzato, che andrà a superare i 15 miliardi di dollari.
Il progetto con Microsoft
L’intervento in sede di keynote di Satya Nadella è servito ad ufficializzare il progetto di un nuovo chip da produrre con tecnologia di processo Intel 18A (1,8 nanometri) a partire dalla seconda metà nel 2024. Microsoft non ha rivelato alcun dettaglio aggiuntivo in merito ma torna alla memoria il lancio datato novembre 2023, quando la società di Redmond annunciò due nuovi processori personalizzati progettati specificamente per i propri workload di intelligenza artificiale. E quello di ieri appare come l’ideale nuovo tassello di una strategia puntata sull’aumento delle capacità computazionali da dedicare alle applicazioni pilotate dagli algoritmi. L’imprinting al nuovo sodalizio con Intel Foundry l’ha dato del resto il Ceo di Microsoft in persona, parlando di un “cambiamento di piattaforma molto entusiasmante che trasformerà radicalmente la produttività di ogni singola organizzazione e dell’intero settore” e della necessità di “una fornitura affidabile dei semiconduttori più avanzati, ad alte prestazioni e di alta qualità” per realizzare questa visione.
La nuova roadmap con tecnologia di processo a 1,4 nanometri
Per Intel, il battesimo della “nuova” fonderia è stata l’occasione anche per rendere pubblici gli estremi della nuova roadmap di prodotto, che si arricchisce della tecnologia di processo di Intel 14A (a 1,4 nanometri) e di varie evoluzioni dei sistemi Intel 3 (3 nanometri), Intel 18A e Intel 3-T, quest’ultimo ottimizzato con connessioni elettriche passanti in silicio per progetti di packaging avanzati 3D. L’ambizioso piano d’azione denominato “5N4Y” (cinque nodi in quattro anni) è quindi confermato sulla buona strada e toccherà ai chip a 1,8 e 1,4 nanometri (che debutteranno presumibilmente nel 2026) segnare il nuovo passo in avanti in termini di innovazione delle tecnologie produttive della casa di Santa Clara, che sfrutteranno a piene mani il sistema litografico High-Na EUV e che si appoggeranno non solo alla Foundry pensata per l’AI ma anche alle future Fab che sorgeranno in Europa.
Fonte: Il Sole 24 Ore