Intelligenza artificiale generativa, domanda in crescita del 246%
La crescita più significativa che si osserva nel mercato del lavoro riguarda la domanda di ruoli e competenze legati all’intelligenza artificiale generativa: nei primi sei mesi del 2024, rispetto al 2023, è stata registrata un’impennata del 246%. Molto di più di quello che si osserva per l’intelligenza artificiale la cui crescita è stata del 150%. Il dato è emerso analizzando gli annunci di lavoro pubblicati su Linkedin con riferimento all’IA Generativa nel job title che sono indicativi di una domanda specifica di competenze in questa tecnologia: sono aumentati di 2,5 volte sul 2023, superando in termini di crescita quelli relativi all’IA, cresciuti del 150%. Il dato è contenuto nello studio “Nuovi modi di lavorare: ruoli e competenze nell’era dell’Ia Generativa” che è stato realizzato da Gi Group Holding in collaborazione con Microsoft Italia e verrà presentato questa sera nella sede milanese della multinazionale americana.
I ruoli emergenti
I job title che emergono non sono affatto familiari, almeno al di fuori di contesti fortemente specializzati. Ruoli emergenti in ambito tech sono e saranno quelli di Curatore/trice Manutentore/trice di contenuti e dati per la IA Generativa/IA Input e Output Specialist, Database Architect, LLM Developer/GenIA Engineer, Prompt Engineer, Back-end Developer/ Solution Developer/Architect solo per citarne alcuni. Se questi sono i ruoli nuovi, per molti altri ci sono delle chiare traiettorie di evoluzione soprattutto nei casi in cui c’è una forte componente di attività legate allo sviluppo di contenuto e di conoscenza, come analisti e consulenti, graphic designers e creatori di contenuti, e software developers, per i quali già oggi, insieme alla centralità del fattore umano, si osserva uno spostamento dei loro compiti verso attività a maggior valore aggiunto.
La necessità di formazione
Guardando all’impatto sul lavoro, Francesco Baroni, country manager Italia di Gi Group Holding sottolinea «in primo luogo la necessità per le aziende di investire in percorsi di formazione capaci di creare le competenze necessarie per gestire e sviluppare queste tecnologie e la loro stessa evoluzione». Ma non solo. «C’è anche un altro aspetto fondamentale: nonostante al momento risulti poco coinvolta nei progetti di IA Generativa, la funzione HR è chiamata a svolgere un ruolo da protagonista», spiega il manager. Questo significherà «pensare e progettare il cambiamento sostenendo la direzione, le funzioni ICT, Legal e Compliance nella definizione delle strategie di IA Generativa più opportune, nella rivisitazione dei processi organizzativi, nella gestione e registrazione dei dati, nonché nella selezione degli strumenti più adatti per permettere alle persone di affrontare con serenità il cambiamento e utilizzare in modo efficace ed efficiente le nuove tecnologie», dice Baroni.
Lo studio
Lo studio Gi group holding e Microsoft ha combinato l’approfondimento della letteratura, l’analisi degli annunci pubblicati nell’ultimo anno e mezzo su Linkedin e l’ascolto della voce diretta delle aziende attraverso una survey on-line e una serie di interviste con l’obiettivo di mettere in luce l’effettiva richiesta di professionalità collegate all’Intelligenza Artificiale e a quella Generativa, mostrando come sta avvenendo l’ingresso di queste tecnologie nel mercato del lavoro italiano. Tra gennaio 2023 e giugno 2024 le offerte pubblicate su Linkedin che citano parole riferite all’IA e all’IA Generativa nella descrizione sono state 10.795, 1.223 invece quelle con riferimenti espliciti nel job title. Tra queste ultime, 132 posizioni trattano professionalità che riguardano nello specifico l’IA Generativa riconducibili a 66 job title. Da notare che la domanda di profili in ambito IA e IA Generativa si consolida soprattutto su aziende concentrate a Milano e Roma, di medio-grandi dimensioni, che operano prevalentemente in ambito tech e consulenziale.
Il salto verso l’Ai generativa
Se il ricorso all’intelligenza artificiale è ormai consolidato nella maggior parte delle aziende rispondenti, l’adozione di quella generativa è ancora prevalentemente in fase sperimentale (43%). Le progettualità, guidate nella maggior parte dei casi dalle funzioni tecnologiche (CTO, CIO), mirano soprattutto a comprendere le effettive potenzialità di questa tecnologia e prevedono investimenti ancora contenuti, con una prevalenza di aziende (51%) che prevede budget, piuttosto bassi, non oltre i 50mila euro.
Fonte: Il Sole 24 Ore