Intelligenza artificiale, la sfida dei cambiamenti su lavoro e società

Intelligenza artificiale, la sfida dei cambiamenti su lavoro e società

Alla terza ondata, dopo quelle degli anni 50 e 90, l’intelligenza artificiale ha raggiunto risultati indiscutibilmente spettacolari. Nella sua incarnazione generativa, per chi la sappia usare, questa tecnologia sembra effettivamente aumentare la produttività dei migliori “creativi” mettendo loro a disposizione un assistente che si occupa di tutto il lavoro che fa perdere tempo. Il 2023 è l’anno in cui il dibattito sulle conseguenze dell’automazione cognitiva esce dal mondo degli specialisti o dei manager delle filiere produttive di beni o servizi, per entrare nell’esperienza diretta di consumatori e professionisti.

Lo si vede anche nel programma del Festival dell’Economia di Trento che mostra come quella tecnologia esca ormai dal contesto degli specialisti e si confronti con i temi del lavoro, dell’editoria, della finanza, della moneta, e così via.

Le aspettative dell’’economia digitale

Non è ovvio. In effetti, l’economia digitale vive spesso di aspettative, per così dire, più grandi della sua domanda di riferimento. Lo si è visto per esempio nel rapido sgonfiamento del tema del metaverso, o nell’incapacità delle analisi sulla blockchain di sganciarsi del tutto dal peso incombente delle cryptovalute e delle forme speculative di innovazione. Meglio prestare attenzione alle analisi più sottili in materia, poiché se è chiarissimo che le monete digitali non hanno passato un periodo di grande credibilità, dopo l’emersione di diversi casi di dubbia gestione di alcune tra le più importanti aziende del settore, è anche vero che la blockchain non è condannata a seguirne le vicende speculative essendo una tecnologia costosa ma applicabile a molti altri argomenti. Sicché le piattaforme per la blockchain che sembrano godere di maggiore credibilità sono proprio quelle che, al di là dei legami con varie forme di moneta, riescono a sviluppare modelli di business allargati alle molte applicazioni della blockchain.

Uno spiazzamento in molte attività umane

Ma il punto è che l’intelligenza artificiale sembra comunque aver superato la fase dei dubbi sul suo futuro. E ha conquistato il centro della scena. Da una parte, l’automazione cognitiva continua ad avanzare nelle dimensioni profonde dell’economia, dall’analisi dei dati di produzione alla modellizzazione dei processi sempre più accurata, con la conseguente razionalizzazione delle scelte nell’ambito della logistica, della manutenzione predittiva, del miglioramento della qualità. Ma, dall’altra parte, la sperimentazione operata da centinaia di milioni di utenti dei modelli che consentono di produrre automaticamente testi, immagini, video, audio, con qualità sorprendente sulla base di input in linguaggio naturale, suggerisce che i risultati in questo caso non saranno relegati nello spazio autoreferenziale delle aspettative. Ospiti del Festival come Aaron Benanav e Daniel Susskind, rispettivamente sociologo alla Syracuse University ed economista all’università di Oxford, per esempio, danno per scontato che ci sarà un forte spiazzamento di molte attività umane che potranno evolvere radicalmente sulla scorta dell’entrata in gioco dell’intelligenza artificiale, e concentrano la loro riflessione intorno all’aggiustamento che si renderà necessario nelle società umane che affronteranno questo cambiamento: sottolineando la necessità di nuove relazioni sociali, nuove istituzioni dedicate all’educazione, nuove forme di protezione sociale, e così via.

Gli effetti sull’editoria e non solo

Del resto, il tema dell’intelligenza artificiale non sarà assente nel dibattito sulle prospettive dell’editoria che al Festival si potrà seguire anche con il panel al quale partecipano Mirja Cartia d’Asero, amministratrice delegata del Gruppo 24 Ore e John Ridding, ceo del Financial Times Group. E d’altra parte, con Roberto Viola, direttore generale della DGConnect, la questione sarà affrontata anche nel quadro della complessa strategia normativa avviata dalla Commissione europea.

Fonte: Il Sole 24 Ore