Intelligenza artificiale, servono modelli avanzati per competere

Intelligenza artificiale, servono modelli avanzati per competere

Murray, insomma, vede potenzialmente dei rischi ma ritiene che sia ancora presto per adottare un approccio troppo prudenziale e regolatorio. Quel che serve è «chiarezza e trasparenza» per capire come funzionano e come non funzionano questi modelli. «Penso sia importante avere certezze sulle regole del gioco e sapere che resteranno uguali nel tempo. In Europa, invece, la situazione è piuttosto incerta, e questo impatta sugli investimenti».

Dopo le parole di Murray si sono poi sviluppate una serie di tavole rotonde il cui centro è sempre ruotato intorno al rischio di eccesso regolatorio europeo (ovviamente smentito da Roberto Viola della Ue, vedi articolo sotto), comparato ai differenti modelli americani e cinesi, e la sua scarsa propensione all’innovazione e agli investimenti che rischia di impattare sull’intero modello industriale del vecchio continente e, in particolare, di quello italiano.

Per Alberto Forchielli, founder partner di Mindful Capital Partners, «l’AI è davvero l’ultima spiaggia per aumentare la produttività del nostro sistema economico, dopo 30 anni di stagnazione». Per Giuseppe Di Franco, ceo di Lutech, «la partita dell’AI ora si gioca a livello di adozione e integrazione nei processi di aziende, istigtuzioni e della società. Infrastrutture e soluzioni devono essere calati nei contesti e devono prendere vita a partire dai dati e dagli obiettivi che ci si pone».

Anche per Stefania Pompili, ceo di Sopra Steria, «l’Europa deve investire nella sicurezza dei dati e nella protezione delle infrastrutture digitali, riducendo così la dipendenza dalle tecnologie esterne promuovendo una governance flessibile che tuteli privacy e democrazia». Di più. «Che uso vogliamo fare dell’AI generativa per semplificarci la vita e reindirizzare quello che facciamo su produzioni a più alto valore aggiunto? Questa è la domanda a cui occorre rispondere», secondo Pompili, in un mondo in cui, con il Metaverso, l’accesso a internet cambierà sempre più, grazie ad oggetti indossabili, «e dove l’AI diventa il principale abilitatore», come spiega Luca Colombo, country director Italia di Meta. «Quello che vediamo oggi, infatti, è solo l’inizio: il panorama tecnologico si amplierà molto».

Altro caso interessante è quello delle Tlc e delle sue reti che sono uno degli elementi della architettura digitale contemporanea, composta da tutto ciò che fa connettività, immagazzinamento dati e processing, piattaforme software e AI. Ad esempio, Fastweb ha appena inaugurato un super computer a Bergamo proprio per costituire un Modello italiano di intelligenza artificiale che riflette lingua, cultura, economia e società del nostro paese. «È il più grande dataset in lingua italiana e sarà a disposizione delle aziende e degli enti pubblici, con dati al sicuro e di qualità», racconta l’head of marketing, Marco Pennarola. Anche Tim Enterprise ha diverse applicazioni in campo AI, «su due versanti», spiega il responsabile Offerta IT & Cloud, Claudio Ricci. «Efficienza operativa e miglioramento dei servizi alla clientela come grazie alla AI generativa».

Fonte: Il Sole 24 Ore