Iran, arrestato e rilasciato il padre di Mahsa Amini nell’anniversario della morte

Le proteste

Cinque attivisti detenuti in Iran hanno annunciato che oggi, sabato 16 settembre, inizieranno uno sciopero della fame in occasione del primo anniversario della morte di Mahsa. Lo rende noto Bbc Persian pubblicando parti della lettera scritta dai cinque attivisti imprigionati – Mustafa Tajzadeh, Hossein Razzaq, Saeed Madani, Mehdi Mahmoudian e Mohammad Najafi – con la quale hanno dichiarato che entreranno in sciopero della fame per protestare contro “le politiche repressive” e per dare solidarietà “alle richieste dei manifestanti, tra cui l’abolizione del velo obbligatorio”. Il regime teme ”una nuova scintilla” e ”sta cercando in tutti i modi di contenere le proteste” che vedranno il loro ”clou il 16 settembre”, primo anniversario della morte di Mahsa Amini, quando sono ”previste manifestazioni radicali” che ”potrebbero sfuggire di mano alle autorità”.

Decine di arresti in Kurdistan, in corso sciopero dei negozi in varie città

“Un certo numero di persone che stavano scattando foto e girando video di negozi e centri commerciali e volevano mandarli a media dissidenti all’estero sono stati arrestati dalle forze di sicurezza questa mattina”. Lo ha dichiarato il vice governatore generale della provincia del Kurdistan iraniano Mehdi Ramezani. . “Gli arrestati, affiliati a gruppi terroristi anti rivoluzionari, stavano organizzando raduni a Marivan e Sanandaj e pianificavano sabotaggi”, ha aggiunto il funzionario, come riporta Irna.

A Saqqez, città di cui era originaria Mahsa Amini, e in altre località curde i negozi sono rimasti chiusi per uno sciopero. Da giorni è stata poi segnalata una massiccia presenza delle forze di sicurezza in varie città del Paese, soprattutto a Teheran e nel Kurdistan iraniano mentre in varie città sono state denunciate interruzioni all’accesso a internet per impedire possibili proteste. Secondo attivisti dei diritti umani, almeno 91 curdi sono stati arrestati e centinaia interrogati nelle ultime due settimane. A Sarpol-e Zahab, nella provincia di Kermanshah, sette giovani sono stati arrestati per “azioni mirate ad incoraggiare il popolo a partecipare a proteste”, in occasione dell’anniversario della morte di Mahsa, che lo scorso anno provocò un’ondata di dimostrazioni antigovernative in molte città del Paese che andarono avanti per mesi.

Popolo iraniano più coeso

Ma in Iran ”c’è una maggiore adesione alle proteste e una maggiore coesione tra la popolazione”, con ”giovani e anziani, uomini e donne, ricchi e poveri” che ”non ne possono più del regime teocratico assassino che è il loro vero nemico”. Lo spiega ad Adnkronos Ghazal Afshar, portavoce dell’Associazione Giovani Iraniani in Italia, secondo la quale ”da fonti interne sappiamo che il regime ha schierato 15mila uomini dei Pasdaran e delle forze paramilitari Basij nelle università sotto copertura, come studenti o professori, per monitorare la situazione’.

A Teheran sono stati visti graffiti e striscioni a favore delle proteste antigovernative dello scorso anno e per commemorare Mahsa. Lo rende noto Bbc Persian mostrando un video in cui si vedono striscioni con messaggi per Mahsa appesi a dei cavalcavia e attivisti scrivere messaggi di protesta contro la Repubblica islamica sui muri di alcuni quartieri e parcheggi della capitale iraniana.

Fonte: Il Sole 24 Ore