Isee senza BTp, effetto domino su prestazioni e welfare locale

Isee senza BTp, effetto domino su prestazioni e welfare locale

Impatto «a cascata» sui bonus

Non tutte le prestazioni sociali “agganciate” all’Isee, inoltre, funzionano allo stesso modo. Gli importi dell’assegno unico universale, ad esempio, decrescono in modo progressivo al crescere del valore Isee e l’Inps ha chiarito che, solo chi otterrà l’aggiornamento dell’attestazione entro il 30 giugno 2025, potrà vedersi riaddebitati gli importi spettanti in base al valore del nuovo indicatore a partire dal mese di marzo (e non di gennaio 2025). Chi aggiornerà l’attestazione dal 1° luglio in poi riceverà il contributo aggiornato solo dalla mensilità successiva.

Ogni prestazione ha le sue regole: il bonus nido 2025 (per cui è possibile fare domanda dal 24 marzo scorso) rimborsa le rette sostenute da gennaio a dicembre dell’anno solare e il suo importo è definito in base a tre soglie Isee: nel momento in cui l’indicatore 2025 verrà aggiornato avrà effetto su tutte le mensilità dell’anno.

Per quanto riguarda i bonus sociali (gas, luce e acqua), Arera ricorda invece che la loro validità scatta in modo automatico per 12 mensilità nel momento in cui il titolare dell’utenza raggiunge i requisiti Isee richiesti dalla normativa. Quindi se il ricalcolo, fatto in qualsiasi momento dell’anno, portasse l’indicatore sotto le soglie definite per legge, il bonus a quel punto scatterà a partire dalla prima bolletta utile per le 12 mensilità successive. L’Authority conferma che anche perché scatti il bonus da 200 euro, previsto dal Governo per far fronte al caro-energia nell’ultima stagione invernale, basterà ottenere un Isee inferiore a 25mila euro entro fine anno: l’una tantum verrà diluito come sconto giornaliero applicato in bolletta.

Più complessa la partita delle rette scolastiche o universitarie. Per consentire a enti locali e atenei la pianificazione di bilancio, le quote applicate quest’anno sono definite in base all’Isee 2024, quindi l’impatto della riforma si avrà solo a partire dal prossimo anno educativo e sarà più marcato dove gli importi non sono definiti per scaglioni Isee, ma modulati in modo progressivo. «Le amministrazioni – afferma Monica Iviglia, presidente Caaf Cgil – dovranno stimare nel lungo periodo gli effetti della nuova franchigia, ma non potendo fare leva sulle casse pubbliche se ci saranno degli ammanchi saranno costrette a rivedere le soglie delle rette».

Un altro problema sono le tariffe locali o i servizi, ad esempio case popolari o residenze per anziani, il cui accesso è contingentato tramite graduatorie definite anche in base all’Isee. «Quando i posti sono limitati – conclude Iviglia – il beneficiario che ottiene i requisiti grazie alla nuova franchigia di fatto prenderà il posto di qualcun’altro privo di questi risparmi, che oggi non ha la chance del ricalcolo». E questo solleva dubbi sull’equità complessiva della misura.

Fonte: Il Sole 24 Ore