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Israele, Lapid all’Onu apre ad uno Stato palestinese
Congelata da tempo, la Soluzione a due Stati ritorna evocata proprio da Israele. A rimetterla al centro del tavolo è stato il premier Yair Lapid davanti l’Assemblea generale dell’Onu a New York, nell’ultimo scampolo del suo mandato prima delle elezioni del prossimo 1 novembre.
Un discorso fortemente emotivo – più volte segnato dalla parola pace, tranne che riguardo all’Iran – le cui anticipazioni, filtrate in mattinata, hanno tuttavia trovato in patria più critiche che consensi, anche tra i ministri del suo stesso governo, come Aylet Shaked.
Dura la reazione di Benyamin Netanyahu: «Un discorso fatto di debolezza e di disfattismo». Ma l’intervento sarà sicuramente apprezzato a livello internazionale, a cominciare dagli Usa per passare all’Europa. «Un accordo con i palestinesi, basato su 2 Stati per 2 Popoli, è – ha sottolineato Lapid al suo primo intervento al Palazzo di Vetro – la cosa giusta per la sicurezza di Israele, per la sua economia e per il futuro dei nostri bambini».
La condizione, ha aggiunto dopo aver detto che la maggior parte degli israeliani, lui compreso, è a favore di quella Soluzione, è solo una: «Il futuro Stato palestinese dovrà essere pacifico». «Che non diventi – ha spiegato – un’altra base dalla quale si possa minacciare il benessere e la stessa esistenza di Israele. E che Israele abbia la capacità di proteggere la sicurezza di tutti i suoi cittadini in ogni momento».
Un evidente richiamo a quanto succede con Gaza da quando Hamas nel 2005 ha preso il potere nella Striscia: Lapid ha ricordato gli oltre 20mila razzi lanciati su Israele. Israele, ha proseguito, è pronto a togliere «da domani mattina» ogni «restrizione» sull’enclave palestinese e ad aiutarne l’economia. «Ad una sola condizione: basta lanciare razzi e missili sui nostri bambini», ha precisato.
Fonte: Il Sole 24 Ore