Istat: Firenze, Milano e Bologna al top per benessere sostenibile
Il benessere equo e sostenibile nelle 14 aree metropolitane del Paese. «Considerando l’insieme delle 62 misure provinciali di benessere relative agli 11 domini del Bes dei territori, nelle città metropolitane del Nord e del Centro, la maggioranza degli indicatori evidenzia condizioni di vantaggio rispetto alla media nazionale, mentre nel Meridione prevalgono gli svantaggi, con l’eccezione positiva di Cagliari». Dati contenuti nel report dell’Istat sul benessere equo e sostenibile dei territori delle città metropolitane.
Firenze, Milano e Bologna al top
E, ancora, «Firenze, Milano e Bologna si distinguono con oltre il 75 per cento degli indicatori con valori sopra la media nazionale. Sono soprattutto alcuni indicatori dei domini innovazione, ricerca e creatività e qualità dei servizi a raggiungere in queste città metropolitane i valori più alti».
A Roma vantaggi e forti contrasti
«Torino, Genova e Venezia – si legge nel report di 56 pagine – mostrano percentuali di vantaggio leggermente inferiori, pari rispettivamente al 72,6 per cento, 67,7 per cento e 59,7 per cento. Roma che presenta un vantaggio nel 54,8 per cento degli indicatori ma anche forti contrasti, si colloca in una posizione intermedia facendo idealmente da spartiacque tra i profili delle città metropolitane del Centro-nord e del Mezzogiorno».
La quota più elevata di svantaggi a Reggio Calabria
«Tra le città metropolitane del Meridione – segnala l’Istat -, la quota più elevata di svantaggi si riscontra a Reggio Calabria (79 per cento), seguita da Catania, Napoli e Messina con percentuali superiori al 70 per cento e Palermo e Bari poco sotto (67,7 e 64,5). Cagliari si distingue positivamente con una quota di vantaggi del 61,3 per cento, superiore a quella di Roma. Dal confronto tra gli 11 domini del Benessere, il quadro più critico, per il complesso delle 14 città metropolitane, emerge nel dominio ’ambiente’, dove circa due terzi degli indicatori si attestano su livelli di benessere inferiori alla media nazionale. Al contrario, i maggiori punti di forza si concentrano nel dominio ’qualità dei servizi’, con due terzi degli indicatori con valori superiori alla media italiana. Il dominio ’Istruzione e formazione’ evidenzia i contrasti più marcati, presentando una distribuzione equilibrata tra posizioni di vantaggio (poco più della metà degli indicatori) e situazioni di svantaggio (poco meno della metà)».
Le disuguaglianze nel campo della salute
La pandemia da Covid-19 ha determinato un forte aumento dei tassi di mortalità evitabile (20-74 anni) con una profonda disomogeneità territoriale. Forti le differenze tra Nord e Mezzogiorno e tra capoluoghi di città metropolitana e comuni del restante territorio. Nel 2019, 2020 e 2021 Napoli ha avuto sempre i tassi di mortalità evitabile più alti degli altri capoluoghi metropolitani e Firenze sempre i più bassi. Nel 2021 l’indicatore rileva uno svantaggio di 14 punti per Napoli (29,3 decessi per 10mila abitanti) rispetto a Firenze (14,9 per 10mila). L’analisi dei tassi standardizzati di mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso (65+) per il 2019, 2020 e 2021 evidenzia un vantaggio dei comuni capoluogo rispetto agli altri comuni della città metropolitana. Nel 2021 le disuguaglianze più marcate si osservano a Firenze con un eccesso di mortalità del 28 per cento nell’hinterland (32,4 per 10mila) rispetto al capoluogo (25,4 per 10mila). Firenze è il capoluogo di città metropolitana con il tasso di mortalità per demenze più basso, Cagliari, quello con il tasso più elevato (43,0 per 10mila).
Fonte: Il Sole 24 Ore