Italia primo importatore di olio di oliva dalla Tunisia

Italia primo importatore di olio di oliva dalla Tunisia

Con il 32,4% delle esportazioni a dicembre 2024, l’Italia è il principale Paese importatore di olio d’oliva tunisino. Lo rivelano i dati dell’Osservatorio nazionale dell’agricoltura tunisino (Onagri), raccolti in coincidenza dei primi due mesi della campagna olearia 2024/2025. Complessivamente, le esportazioni di olio d’oliva tunisino per la stagione in corso hanno raggiunto 42mila tonnellate, per un fatturato di 207 milioni di euro. Nonostante un aumento in volume del 7,4% rispetto allo stesso periodo della campagna precedente, si registra un calo del 30,6% in valore, a causa dell’abbassamento dei prezzi sul mercato internazionale. Secondo la stessa fonte il prezzo medio si è attestato a 4,93 euro al chilo, in calo del 35,4% rispetto alla campagna 2023-2024.

Per la Coldiretti, i dati sarebbero la dimostrazione che quella dell’olio tunisino è una vera e propria invasione orchestrata nel tentativo di trascinare verso il basso i prezzi dell’olio italiano proprio all’inizio della nuova campagna olearia nazionale: «L’invasione di olio tunisino a prezzi stracciati alimenta il rischio di speculazioni ai danni dei produttori nazionali, rendendo necessario anche alzare la guardia contro il pericolo frodi – scrive in una nota l’associazione, di concerto con Unaprol -. L’olio tunisino viene venduto oggi sotto i 5 euro al litro, con una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello italiano che punta a costringere gli olivicoltori nazionali a svendere il proprio al di sotto dei costi di produzione».

A favorire le importazioni dalla Tunisia è però un accordo stipulato nel 2019 dalla Ue nell’ambito della cooperazione internazionale, che prevede ogni anno l’arrivo in Europa di un contingente di 56.700 tonnellate di olio extravergine esente dai dazi doganali. Ma in Tunisia, ricordano gli agricoltori, non vigono le stesse regole in materia di utilizzo di pesticidi e di rispetto delle norme sul lavoro previste nell’Unione Europea. «Per tutelare gli olivicoltori italiani – sostiene il presidente di Unaprol, David Granieri – occorre rivedere il periodo di applicazione dell’accordo tra Ue e Tunisia, restringendolo al periodo 1° aprile – 30 settembre, ed evitando così che l’olio magrebino arrivi proprio in concomitanza di quello “nuovo” nazionale».

Fonte: Il Sole 24 Ore