Italiani spreconi: ogni anno finiscono nella pattumiera 372 euro di cibo a testa
Italiani spreconi. Nella giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che si celebra martedì 4 febbraio, il nostro Paese dimostra di avere ancora molta strada da fare per coniugare il cibo e la sostenibilità. Secondo i dati del Centro studi Divulga, infatti, in media ogni italiano butta letteralemnte in pattumierta 372 euro di cibo all’anno, per un totale di quasi 22 miliardi.
Tre quarti delle perdite economiche per lo spreco di cibo avvengono in famiglia, tra le mura domestiche, mentre il restante 25% si suddivide tra commercio e distribuzione (8% pari a 1,7 miliardi), ristorazione (6% pari a 1,3 miliardi), produzione primaria (6% per un ammontare complessivo di 1,1 miliardi) e industria alimentare (5% pari a 965 milioni).
A livello europeo il costo dello spreco alimentare ammonta a 145 miliardi di euro all’anno. I tre peggiori Paesi, in base alla rielaborazione Divulga, sono Cipro (788 euro procapite), Danimarca (680 euro), Grecia (517 euro), mentre i tre più virtuosi sono la Slovenia (190 euro procapite all’anno), la Croazia (193) e l’Ungheria (255). Se però guardiamo ai volumi in termini assoluti che finiscono nel cassonetto dell’immondizia, allora l’Italia si colloca tra i Paesi peggiori: con 8,2 milioni di tonnellate è la terza in Europa per quantità di cibo sprecato, dietro la Germania (10,8 milioni di tonnellate) e la Francia (9,5 milioni di tonnellate). Complessivamente, nella Ue i primi tre Paesi rappresentano quasi la metà (47%) degli spechi alimentari totali.
Ma cosa finisce di più nel cestino? In generale, sostiene il Centro studi Divulga, frutta (20%) e verdura (33%) insieme rappresentano più della metà degli sprechi alimentari, mentre i cereali valgono il 23% degli sprechi. La carne e i prodotti lattiero-caseari rappresentano l’8% degli sprechi in volume, ma con un’incidenza in valore pari a un terzo del totale.
Fonte: Il Sole 24 Ore