Jabil, si infiamma la protesta a oltranza contro i 190 licenziamenti annunciati

Si infiamma la protesta dei lavoratori della Jabil di Marcianise dopo l’annuncio da parte dell’azienda che dal 31 gennaio partiranno i licenziamenti per 190 lavoratori dei 400 in organico. La svolta improvvisa di una vertenza che si trascina da anni ha fatto sì che i lavoratori della Jabil manifestassero fra le strade di Caserta. Al momento non è stata prospettata nessuna soluzione neanche dopo che una delegazione dei lavoratori è stata ricevuta in Prefettura.

Incontro in Prefettura, ma per ora senza soluzione

I lavoratori sono stati ricevuti dal Capo di gabinetto Biagio Del Prete, che ha garantito che l’ufficio territoriale di Governo si è già da tempo attivato interloquendo con Confindustria affinchè intervenga su Jabil: scopo dell’intervento sarebbe – secondo il racconto dei sindacati – far sospendere immediatamente la procedura di licenziamento, prevista in concomitanza con lo scadere della Cassa Integrazione. In collegamento telefonico, il prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, si è detto disponibile a tenere in Prefettura i tavoli istituzionali sulla vertenza.

Protesta a oltranza per evitare i licenziamenti

«Ci opporremo con ogni mezzo», fanno sapere i sindacati. «Il settore dell’elettronica – dice il segretario generale della Cgil di Caserta Sonia Oliviero – non è in crisi come dice la Jabil e come sembra emergere dai tavoli istituzionali, ed è assurdo che si licenzino 190 dipendenti di un’azienda come la Jabil che produce colonnine per la ricarica di auto elettriche nel momento in cui si punta sulla transizione ecologica. Il committente Enel aumenti la commessa, e lo Stato interceda perchè ciò avvenga». Francesco Percuoco, segretario della Fiom-Cgil di Caserta, annuncia «in assenza di certezze che martedì non partiranno i licenziamenti, continueremo a mobilitarci». Per Massimiliano Guglielmi, segretario regionale Fiom-Cgil, «siamo di fronte all’ultima possibilità di rilanciare il settore dell’elettronica nel Casertano. Stanno arrivando risorse economiche importanti per effetto del Pnrr destinate ai progetti per la transizione ecologica. E in tale contesto le lavoratrici e i lavoratori della Jabil, ma anche gli ex Jabil passati negli anni scorsi in Softlab e Orefice, hanno competenze e professionalità che non si possono disperdere. Con la loro esperienza nel campo dell’elettronica, avendo lavorato anche per Nokia, Siemens, Ericsson, rappresentano un patrimonio unico che ogni azienda del settore può sfruttare». Crescenzo Auriemma, segretario di Uilm Campania, precisa: «Il Comune di Napoli ha ordinato 2mila centraline elettriche, la commessa potrebbe essere data alla Jabil».

Bergamotto: «Un mese di cig in più per valutare soluzioni»

«Jabil – come chiesto a nome del Governo dalla sottosegretaria al Mise Fausta Bergamotto – deve chiedere un altro mese di cassa integrazione per valutare con attenzione soluzioni alternative ai licenziamenti; ma queste soluzioni devono essere discusse in tavoli da tenere in Prefettura».

La vertenza ha radici lontane

Già nel 2018 era stata annunciata la riduzione di organico di 250 persone. L’azienda americana allora si era preoccupata di trovare sul territorio offerte di lavoro per il personale in esubero. Parte dei lavoratori accettarono il cambio. Ma non è bastato. L’azienda dell’elettronica, nei vari piani industriali presentati, aveva già annunciato di voler arrivare ad un organico di 250 dipendenti, ritenuto un livello in grado di garantire la realizzazione delle commesse di lavoro.

Fonte: Il Sole 24 Ore