Joanna Hiffernan, musa e amante “in bianco” di James McNeill Whistler
Una mostra originale e avvincente come un romanzo che invece dell’artista mette al centro dell’attenzione la sua musa. La Royal Academy racconta la storia di Joanna Hiffernan, modella, amante ma anche amica, compagna di viaggi e manager di James McNeill Whistler e del ruolo decisivo che ha avuto nella vita e nell’iter artistico del pittore americano.
Il nome della Hiffernan non è molto conosciuto ma il suo volto, con gli occhi verdi e i lunghi capelli rossi da irlandese doc, è ben noto a chiunque abbia visto i quadri di Whistler. La sua è una presenza ricorrente, a volte come protagonista di un ritratto, a volte come comparsa in un paesaggio cittadino, seduta in un bar oppure in piedi al porto.
“Sinfonia in bianco n1”
E’ il ritratto più celebre della donna, “Sinfonia in bianco n1”, a dare il titolo alla mostra, perchè ha avuto un’importanza particolare nella loro storia ed è anche un tardivo atto di contrizione della Royal Academy, che aveva respinto il quadro nel 1862 quando Whistler lo aveva presentato per la Summer Exhibition. I due amanti erano rimasti delusi ma non sorpresi quando la Royal Academy non aveva accettato il ritratto di una donna con i capelli sciolti e un abito bianco, eretta e immobile di fronte a una tela di mussolina bianca, un giglio bianco in mano e i piedi che poggiano su una pelle di orso. Troppo sconcertante, “privo di narrativa” e “troppo bianco”, queste furono le critiche dell’epoca. Già mesi prima in una lettera la Hiffernan aveva scritto del quadro che “alcuni stupidi non lo capiscono affatto”.
Anche il Paris Salon respinse il ritratto, che però fu ammirato al Salon des Refusés del 1863. Da allora è rimasto una delle opere più note e più amate di Whistler. Una sala della mostra è dedicata ai ritratti che ha ispirato nei decenni successivi, donne in bianco come omaggi o imitazioni dalla “Sonnambula” di Millais alla “Sinfonia in bianco” di Karpelès passando per il ritratto di “Hermine Gallia” di Klimt. In una spettacolare sala della mostra sono riunite per la prima volta da decenni le tre Sinfonie in Bianco dipinte da Whistler, che mostrano l’evoluzione dello stile dell’artista ma anche la collaborazione attiva con la sua musa ispiratrice.
Nella “Sinfonia II” l’immagine è doppia, di lei di fronte a un camino con in mano uno dei ventagli giapponesi allora di gran moda (l’originale è in una teca della mostra) e riflessa nello specchio, in un omaggio alla Venere di Vélazquez. La “Sinfonia III” è un doppio ritratto di Joanna e di Emelie, un’altra modella, entrambe vestite di bianco sedute insieme, di nuovo con fiori bianchi e lo stesso ventaglio giapponese, in una composizione armonica e un’immagine di grande serenità, che lo stesso Whistler definì “la più pura che abbia mai realizzato”.
Fonte: Il Sole 24 Ore