John e Yōko a new york: lo zapping e l’impegno politico

Il 30 agosto 1972 al Madison Square Garden di New York John Lennon tenne il suo primo concerto dopo lo scioglimento dei Beatles. Sul palco, con lui, c’erano la moglie Yōko Ono e varie guest star, da Stevie Wonder a Roberta Flack, Melanie Safka e Sha Na Na. Fu un evento a sfondo benefico in favore della Willowbrook State School for Retarded Children di New York, come ricostruisce One to One: John & Yōko di Kevin Macdonald, una delle migliori opere passate alla scorsa Mostra del cinema di Venezia, assurdamente Fuori concorso. Per il linguaggio narrativo, la trama sperimentale, l’unicità del materiale e l’analisi storica, infatti, sarebbe stato perfettamente in gara e facilmente premiato.

«Dalla fine del ’71 all’inizio del ’73 John si trasferì con Yōko in un monolocale del Greenwich Village, rinunciando al lussuoso stile di vita nella loro grande casa londinese», spiega Macdonald, già premio Oscar nel 2000 per Un giorno a settembre sull’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972, autore del biopic Whitney Houston – Stella senza cielo (2018) e del film politico su Guantanamo The Mauritanian (2021). Questa volta Macdonald cuce un film in stile televisivo come se fosse uno zapping… «Quando arrivarono in America, Lennon e Ono si trovarono davanti a centinaia di canali televisivi. Non facevano altro che guardare la Tv per capire il Paese. Così, per fare una riflessione diversa su John Lennon ho pensato di usare i materiali televisivi, i filmati inediti e le telefonate che la famiglia Lennon mi ha messo a disposizione. John e Yōko registravano le proprie telefonate perché erano spiati dall’Fbi e preferivano averne copia». Era quella un’America molto contrastata, segnata dallo Scandalo Watergate, dagli ultimi anni della Guerra in Vietnam e dall’amministrazione Nixon. I due effettivamente vennero colpiti da un provvedimento di espulsione dal Paese per il loro attivismo politico. «Inizialmente avevano abbracciato una forma violenta di rivolta, ma poi Lennon convertì la sua protesta in qualcosa di buono. Vide in televisione la situazione di degrado in cui vivevano i bambini disabili in un enorme manicomio a nord di New York e rimase sconvolto. Così decise di fare un concerto per raccogliere fondi in modo da garantire un care giver per ciascun bambino ospite del manicomio. Per questo il concerto si chiamò One to One e non per i motivi romantici che tutti immaginiamo, ovvero il rapporto tra John e Yōko». La colonna sonora è proprio Live in New York City, la registrazione dell’evento del ’72, restaurato e remixato dal figlio Sean Lennon. Sullo sfondo l’odio atavico dei beatlemaniaci per Yōko Ono, sulla cui vita Dario Salvatori ha appena pubblicato La figlia dell’oceano (ilSaggiatore, pagg.300, €19) e la solidarietà di John, mai venuta meno.

Fonte: Il Sole 24 Ore