“Jouer avec le feu”, un dramma famigliare con un grande Vincent Lindon

Il concorso della Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno è stato contrassegnato da diverse grandi interpretazioni e la lotta per le Coppe Volpi sembra più accesa che mai. Sul versante femminile hanno emozionato Angelina Jolie in “Maria”, Fernanda Torres in “I’m Still Here” e la coppia formata da Julianne Moore e Tilda Swinton in “The Room Next Door”, mentre su quello maschile vanno menzionati Alessandro Borghi in “Campo di battaglia”, Adrien Brody in “The Brutalist” e Daniel Craig in “Queer”.

A questo gruppetto si va ad aggiungere Vincent Lindon, straordinario attore francese che non ha bisogno di troppe presentazioni e che, ancora una volta, ha mostrato il suo enorme talento in “Jouer avec le feu”, nuovo film di Delphine e Muriel Coulin, tratto dal romanzo “Quel che serve di notte” di Laurent Petitmangin.

Lindon veste i panni di Pierre, un uomo rimasto vedovo che si è trovato a crescere i due figli da solo. Uno dei due sta per lasciare casa per andare a studiare a Parigi, mentre l’altro sta diventando sempre più schivo: affascinato dalla violenza, milita in gruppi estremisti di destra, l’esatto opposto dei valori che suo padre gli ha insegnato.

«Continuerei a voler bene a mio figlio se sviluppasse idee diametralmente opposte alle mie?»: sono partite da questa domanda Delphine e Muriel Coulin per strutturare questo dramma famigliare, estremamente realistico e credibile dal primo all’ultimo minuto.

Si respira l’attualità del clima politico attuale, francese e non solo, all’interno di una narrazione che ragiona anche sui rapporti maschili e sulle diversità generazionali, tra difficoltà di comunicazione e modi diversi di osservare il mondo che ci circonda.

Fonte: Il Sole 24 Ore