Kamala Harris, la prima donna che potrebbe diventare presidente Usa

“Potresti essere la prima. Ma assicurati intanto di non essere l’ultima”. Lo slogan che ama ripetere Kamala Harris è una frase che le ripeteva sua madre da bambina. Candidata democratica per le presidenziali dopo il passo indietro di Biden, e possibile prima presidente Usa donna di origine asiatica e afroamericana, in caso di vittoria su Donald J. Trump il prossimo 5 novembre nella corsa per la conquista per la Casa Bianca.

La “Barack Obama donna”

Non ama essere definita “la Barack Obama donna”, semplificazione inevitabile quando si parla di lei, nonostante l’amicizia di lunga data con il primo presidente afroamericano degli Stati Uniti, che risale alla sua candidatura al Senato nel 2004. Kamala da procuratrice generale di San Francisco fu la prima alta funzionaria Usa a sostenere la candidatura del giovane senatore di Chicago per la nomination democratica nel 2008.

L’infanzia in California

È figlia di intellettuali, dell’America multiculturale e multietnica. La madre, Shyamala Gopalan, scienziata indiana con un dottorato a Berkeley, ha dedicato la sua vita agli studi oncologici e il padre Donald J. Harris, economista giamaicano, professore emerito alla Stanford University. I due si incontrarono nel campus di Berkeley, baia di San Francisco, nei primi anni Sessanta durante gli studi universitari, accomunati dall’impegno politico nel movimento per la conquista dei diritti civili.
Kamala nasce il 20 ottobre 1964 a Oakland, città a un passo da Berkeley. Sua madre scelse il nome: Kamala significa fiore di loto ed è un altro modo di chiamare la dea indù Lakshmi, la dea della fortuna, del potere e della bellezza. Richiamo alle sue radici indiane e all’emancipazione delle donne. I suoi genitori divorziarono quando aveva sette anni. E la madre fece crescere lei e la sorella Maya in un bilocale al secondo piano in una piccola casa a Berkeley.

Fonte: Il Sole 24 Ore