Kia PV5, com’è fatto il veicolo commerciale che ci si può cucire addosso

Kia PV5, com’è fatto il veicolo commerciale che ci si può cucire addosso

TARRAGONA – La Kia arriva nel settore dei mezzi commerciali con il PV5 dando il via ad una strategia che porterà ad avere in gamma anche il PV7 nel 2027 e anche il PV9 entro i due anni successivi, tutti basati sulla nuova piattaforma E-GMP.S derivata dalla E-GMP (Electric Global Modular Platform).

La differenza filosofica è che la “S” è stata concepita per il cliente B2B e, più di quella automobilistica, per essere parte di un ecosistema, soprattutto per quanto riguarda il software, ma soprattutto ha una struttura che riduce al minimo gli ingombri dell’hardware elettromeccanico per massimizzare lo spazio interno e la flessibilità delle configurazioni e gli allestimenti. Per questo non si parla semplicemente di “commerciale” o “furgone”, ma di PBV (Purpose Built Vehicle), un mezzo con un livello di configurabiltà e flessibilità inedite e che potenzialmente può fare la differenza perché permette di allestire flotte su misura per il clienti, soprattutto gli operatori della logicistica che da tempo chiedono ai costruttori qualcosa di diverso e più mirato – emblematico il caso Rivian-Amazon – e sono i veri motori del mercato di questo tipo di mobilità, destinato a salire e svilupparsi ulteriormente nei prossimi anni.

Il PV5 è offerto in tre configurazioni fondamentali. La Passenger è per le famiglie, i servizi navetta e anche il ride-hailing tanto che Kia si è avvalsa della collaborazione di Uber nella fase di sviluppo. La Kia ha pensato anche agli enti e alle associazioni con la versione WAV (Wheelchair Accessible Vehicle) dotata di pedana laterale a scomparsa che sopporta fino a 300 kg di peso. La seconda è la Cargo ovvero il furgonato che sarà disponibile in due lunghezze (4,5 e 4,7 metri) e altrettanto altezze con un vano di carico fino a 5,1 m3, sufficiente per due europallet, con un piano di accesso posto a soli 419 mm da terra e la possibilità di essere adattato e configurato attraverso gli accessori del catalogo Kia AddGear tra cui speciali ganci a L che, grazie a rotaie di scorrimento, permettono di ripartire al meglio lo spazio interno. C’è anche la funzione Walk-Through, che permette di andare direttamente dalla cabina al vano di carico e il sedile del passeggero che può scomparire sotto il pavimento.

La terza è la Chassis Cab che ha l’abitacolo del Cargo e il resto dedicato agli allestimenti di ogni tipo. Kia non solo ha avviato già contatti con le aziende leader del settore della trasformazione (tra cui l’italiana Scattolini), ma ha previsto anche un programma interno attraverso un impianto dedicato, posto a poca distanza dello stabilimento di Hwaseong dove ha investito l’equivalente di oltre 650 milioni di euro e i Pbv coreani saranno costruiti a regime al ritmo di 150mila unità all’anno. Su questa versione potranno essere allestiti veicoli cassonati di vario tipo, light camper e veicoli refrigerati per la catena del freddo. Kia sta anche sviluppando dei sistemi che permetteranno di scambiare velocemente gli allestimenti rendendo il PV5 un mezzo polivalente e multiruolo.

Tali livelli di flessibilità sono permessi proprio dalla nuova piattaforma a skateboard alla quale Kia sta pensando da tempo. Allo scopo, insieme a Hyundai, nel 2020 aveva investito ben 100 milioni di euro in Arrival, una startup britannica con sede legale a Lussemburgo che aveva sviluppato proprio una struttura a skateboard. Il costruttore coreano si è però accorto ben presto di aver compiuto un errore e ha virato verso un adattamento della propria piattaforma E-GMP. La novità principale è la batteria che, per la prima volta su un’auto del gruppo Hyundai, è del tipo “cell-to-pack”, dunque senza moduli, e con celle prismatiche fornite dalla cinese CATL: hanno chimica NMC per le batterie da 71,2 kWh (400 km di autonomia) e 51,5 kWh, LFP per quella da 43,3 kWh disponibile solo per la versione Cargo.

Fonte: Il Sole 24 Ore