Kvaratskhelia lascia Napoli come Troisi: credevo fosse amore, invece…
Credevo fosse Eric Clapton, invece era Massimo Troisi. L’addio a Napoli di Khvicha Kvaratskhelia – nella stagione 2022/23 uno dei migliori esordi in Serie A degli ultimi 20 anni – non poteva essere rappresentato meglio di come ha saputo fare l’intelligenza artificiale: deepfake di una manciata di secondi e l’asso georgiano – atteso dal Paris Saint Germain grazie a un’operazione da 75 milioni – si cimenta con il monologo di Giuda, uno dei passaggi più celebri di Ricomincio da tre. «Mò tutti quanti: “Giuda traditore, Giuda traditore…” Cioè… si devono conoscere prima i fatti… Giuda avrà avuto una ragione per fare una cosa del genere, no? Per soldi? E non è una ragione, scusa?».
La timidezza di questo ragazzo di 23 anni, che a Napoli ha portato uno scudetto atteso da 33 e, da allora, ha sempre fatto una grande fatica a essere all’altezza di sé stesso, si sposa perfettamente alle iperboli irriverenti di Troisi, capace di giustificare l’ingiustificabile. Nella città in cui sembra non ci sia niente di più ingiustificabile di un amore calcistico tradito. Giuda «basta che lo facevano nascere ricco e già si evitava tutta ’sta ammuìna», secondo Khvicha-Troisi da San Giorgio a Cremano, provincia di Tbilisi. Già. E Kvara, con 1,5 milioni di stipendio, a Napoli incarnava uno dei più clamorosi gap tra merito sportivo e retribuzione del calcio mondiale. Ma adesso ci penseranno gli sceicchi che, come niente, scuciono 8 milioni l’anno più bonus.
Il cartonato di Kvara, uno degli innumerevoli monumenti istantanei di dubbio gusto apparsi in città nell’anno del terzo scudetto, è inderogabilmente finito nel cassonetto dell’indifferenziata, photo opportunity meravigliosa per chi batte i vicoli alla ricerca di immagini corenti con la Napoli immaginata dall’immaginario collettivo. Non è il primo divorzio illustre in casa Napoli nell’era di Aurelio De Laurentiis. Fa meno male di Higuain, certo, che osò passare all’odiata Juventus e forse pure di Lavezzi, quello che sembrava in missione per conto di D10S. La speranza della piazza è che la cessione di Kvara venga metabolizzata come quella di Cavani, i cui proventi, subito reinvestiti, servirono a gettare le basi di un ampio decennio di successi sportivi. Quel che sarà si vedrà: Antonio Conte seduto in panchina è una garanzia che, qualunque cosa potrà mai succedere, non sarà certo a discapito di una rosa competitiva. O non le manderà a dire.
Non ci resta che dire addio a Kvara. Al Psg – guarda caso lo stesso club di destinazione di Lavezzi e Cavani ieri, e probabilmente Osimhen domani – ricomincerà da tre, nel senso di quello che fu il suo contributo al terzo scudetto azzurro. Ma quanto sarebbe bello, a questo punto, che l’Ai tirasse fuori un deepfake di Pasquale Mazzocchi che, come Lello Arena, lo apostrofa: «Chi parte sa da che cosa fugge ma non sa che cosa cerca». Solo per il gusto di vedere Kvaratskhelia replicare in perfetto napoletano: «Perché? Cunusc’ a Lello, tu?»
Fonte: Il Sole 24 Ore