La Bce è pronta a un altro taglio dei tassi
Un nuovo taglio. Sicuramente non l’ultimo. Le aspettative per la riunione di dicembre della Banca centrale europea indicano, con pochi dubbi, che l’esito della riunione del consiglio direttivo sarà un’ulteriore riduzione del costo del denaro: il tasso sui depositi potrebbe così scendere al 3%, dal 3,25% mentre il tasso di riferimento al 3,15%. Ipotizzando – in base alle indicazioni della stessa Bce – che il tasso neutrale sia intorno al 2,50 per cento, si può dire che la manovra di normalizzazione sia vicina alla fine.
Aspettative di inflazione al 2%
Le proiezioni di dicembre, che saranno pubblicate durante la conferenza stampa, daranno indicazioni più precise sul cammino ancora da fare. Al momento i dati macroeconomici indicano, con qualche prudenza, che il cammino è quasi completato. Le aspettative di inflazione di lungo periodo, misurate dalle quotazioni degli inflation rate swaps, sono tornate, per la prima volta da marzo 2022, sotto l’obiettivo del due per cento.
Prezzi ancora relativamente rapidi
Resta consigliabile un po’ di prudenza, legata all’andamento dell’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo che, per quanto guardi al passato sia pure recente, segnala ancora una situazione non del tutto soddisfacente. L’accelerazione dell’indice complessivo, al 2,3% era ampiamente prevista dalla Banca centrale europea, ma l’indice core continua a muoversi, ostinatamente, a un ritmo del 2,8% annuo. È ancora un livello più alto di quello registrato dal ’99 a tutto il 2021 (escludendo quindi la recente fiammata inflazionistica).
Servizi sempre surriscaldati
A muoversi sempre velocemente sono ancora i prezzi dei servizi, che non danno segnali di voler rallentare. Continuano ad avanzare a un ritmo del 4% anno e anche gli incrementi trimestrali e semestrali (annualizzati) non danno ancora alcuna indicazione che faccia pensare a un rallentamento. Anche se non mancano analisti – tra questi Mark Cus Babic di Barclays – che prevedono una disinflazione costante nel corso del 2025.
Rendimenti ai livelli di marzo 2023
I mercati hanno ben risposto alle sollecitazioni della politica monetaria. I rendimenti sono scesi in modo relativamente rapido, quest’anno. La parte a breve termine della curva che esprime e realizza la politica monetaria è ormai sotto il 3% per la prima volta da marzo 2023 mentre il cambio effettivo dell’euro si sta lentamente allontanando dalla media di lungo periodo (ma resta lontano dal minimo locale dell’agosto 2022, poco dopo la prima stretta sui tassi). L’orientamento è quindi sempre meno restrittivo.
Fonte: Il Sole 24 Ore