La brasiliana Oakberry aprirà entro il 2030 150 locali in Italia
Dopo una prima fase di test commerciale che ha dato risultati positivi Oakberry, catena brasiliana che prepara e vende prodotti a base di Açaí, bacca racconta nella foresta amazzonica, si prepara all’espansione in Italia per creare una rete con almeno 150 locali. «La strategia di espansione prevede di puntare sia sulle aree metropolitane che sulle città minori per conquistare un mercato più ampio – spiega Paulo Barbosa, Ceo di Oakberry per il Sud Europa -. La scelta delle città continuerà ad essere guidata dalla domanda di mercato e dalle preferenze dei consumatori verso questo super food». La formula che sarà adottata è quello delle affiliazioni in franchising, con imprenditori che svilupperanno la presenza commerciale mentre alcuni flagship store saranno a gestione diretta. Scelte che porteranno alla creazione di almeno 600 posti di lavoro.
Cos’è la Açaí
L’Açaí è una piccola bacca di colore viola scuro che cresce nelle foreste pluviali del Brasile sulla palma Euterpe, un albero originario della foresta amazzonica. La polpa è un antiossidante naturale, contiene minerali come potassio e calcio, vitamina E, grassi sani come Omega 6 e 9 e proteine. Questo frutto popolare è ora una delle principali fonti di reddito per le comunità rivierasche del Brasile per la crescente domanda globale. I raccoglitori raccolgono le bacche a mano, il che è importante per l’economia locale. Le bacche di açaí hanno un sapore che ricorda un mix di frutti di bosco con un pizzico di cioccolato. Sono un po’ aspre e non troppo dolci, un po’ come le more mescolate con un tocco di cioccolato fondente. Di solito si trova l’açaí in frullati o bowl, mescolato con frutta più dolce o miele, proprio come nelle nostre proposte.
Il modello di business
«Il nostro modello di business è incentrato su una catena di approvvigionamento verticalmente integrata, operazioni efficienti e un’attenzione alla sostenibilità» sottolinea Barbosa. Per lo sviluppo in Europa la realtà brasiliana ha siglato una joint venture con Fortitude Capital SCR, private equity portoghese che ha stretto una partnership strategica con Oakberry per supportarne la crescita in Italia, Spagna e Portogallo. Nell’offerta è preponderante la parte vegana con bowl di açaí, frullati e varietà di topping, questi ultimi made in Italy. La multinazionale si è dotata di una catena di approvvigionamento integrata e verticale e «abbiamo individuato un partner logistico locale che è pronto a servire l’intero mercato e il nostro programma di espansione» aggiunge Barbosa. Se i tre mercati principali di Oakberry sono Brasile, Australia e Stati Uniti ora è venuto il momento di entrare nel Regno Unito, Germania, Francia e in Danimarca «con un piano di espansione aggressivo per i prossimi anni».
Aryna e il fondatore
Oakberry è stata fondata da Georgios Frangulis. Nato in Brasile da una famiglia originaria di Salonicco in Grecia, vive negli Stati Uniti dal 2014, prima a Miami e poi a Venice Beach. Nonostante avesse studiato giurisprudenza scelse di non sostenere l’esame dell’Ordine degli avvocati brasiliano. Tra i suoi interessi gli sport motoristici, gareggiò in oltre 100 gare nella Porsche GT3 Cup Challenge mentre sul fronte imprenditoriale in meno di un decennio ha creato il fenomeno Oakberry che conta oltre 700 fast food in 40 paesi. Nel 2023 la societtà ha raccolto 67 milioni di dollari di investimenti consolidando così la propria posizione di leadership nel mercato dei superfood. Frangulis è balzato all’onore delle cronache rosa per la relazione con Aryna Sabalenka, tennista bielorussa numero 1 del ranking Wta, diventata nel gennaio 2024 brand ambassador della società poco prima della conquista del suo secondo titolo all’Australian Open. Nel 2024 Aryna Sabalenka ha perso Konstantin Koltsov, ex giocatore della NHL per i Pittsburgh Penguins, cui era stata legata. Cinqne anni prima perde improvvisamente il padre ammalato di meningite. Aryna accanto a Frangulis sembra avere ritrovato la serenità e insieme hanno creato anche una bowl lanciata sui social come la power serve bowl.
Fonte: Il Sole 24 Ore