La Calabria di Brunori sas, universo dolceamaro della sua musica

La Calabria di Brunori sas, universo dolceamaro della sua musica

I luoghi hanno una musica. Una dimensione narrativa, una misura ritmica che avvicina architetture e territori e affida a una canzone il racconto di città, periferie, borghi e frammenti di vita. Spazi abbandonati, degradati, apparentemente marginali, resuscitati da testi, suoni, melodie.

Urbanesimo musicale

Un urbanesimo musicale che sarebbe piaciuto tanto a Paul Ricœur, il filosofo francese che affiancava l’arte del costruire a quella del raccontare, e che va dalla Calabria di Brunori Sas (o di Rino Gaetano), alla Roma del Pigneto di Achille Lauro (la «merceria di Piazza Sempione» e «quel nido a via Tina Pica», nel brano “Amore disperato”). Ma che nella storia della canzone italiana vanta nobili e giganteschi precedenti, nei paesaggi cantati della Genova di Paolo Conte e di De André, della Milano di Enzo Jannacci, la Trieste di Sergio Endrigo, la Bologna di Lucio Dalla, la Napoli di Pino Daniele. E la Roma di tanti: Venditti, Baglioni, Califano, Gabriella Ferri.

La Calabria di Bruonori Sas

«Ci sono cose dell’essere periferici che trasformano la distanza in una opportunità. E spesso ti obbligano ad approfondire lo sguardo. E ad affondare le radici in una dimensione più profonda e riflessiva». Dario Brunori, con lo pseudonimo Brunori Sas (dal nome dell’impresa di costruzioni di famiglia), cantautore cosentino, compositore, produttore discografico, è salito sul podio di Sanremo, al terzo posto, con “L’albero delle noci”, rielaborando un’idea intima, poetica e condivisa della sua terra d’origine, insieme all’incanto della paternità.

Un sistema cosmico innanzitutto familiare

Così nel video della canzone, girato da Giacomo Triglia, e ispirato al film del regista ungherese Béla Tarr “Le armonie di Werckmeister”, si compone un sistema cosmico che è innanzitutto familiare: «È la rappresentazione vivente del sistema solare, in cui ho coinvolto tutta la mia famiglia. Come in una festa di compleanno, Fiammetta viene guidata da me in un gioco in cui lei interpreta il Sole, correndo fra i pianeti».

Una terra crudele dove la neve si mescola al miele

Ma oltre «i nodi interiori e gli squarci personali di vita e di storie dal valore universale», in tutte le sue canzoni, anche quelle del nuovo album, appena uscito per Island Records, con lo stesso titolo del brano presentato a Sanremo, la Calabria di Brunori appare e scompare, ma c’è anche quando non si vede o non si sente. Una terra dolceamara, perfino «crudele, dove la neve si mescola al miele», da cui il cantautore si avvicina e si allontana, evidenziandone le forme. Arcaica, dura, decadente, scompaginata («Ho imparato sin da bambino la differenza fra il sangue e il vino»). Un universo in attesa, nelle elaborazioni di chi come l’artista ha scelto di restare, di vivere in Calabria, tra San Fili e San Marco Argentano, coltivando Magliocco al naturale.

Fonte: Il Sole 24 Ore