la chiave per il rilancio della produttività italiana

la chiave per il rilancio della produttività italiana

Non tutti i settori registrano ugualmente questo trend, con il manifatturiero che, ad esempio, ha visto un incremento del 20% nella sua produttività negli ultimi due decenni. Tuttavia, come evidenziato sempre nel report Draghi, l’industria manifatturiera europea è chiamata a far fronte a una domanda estera più debole, specialmente da parte della Cina.

Contemporaneamente, subisce pressioni competitive crescenti da parte delle imprese cinesi: la quota di settori in cui sono in diretta concorrenza con gli esportatori dell’area euro è ora vicina al 40%, rispetto al 25% del 2002.

Nuovamente, il tema è particolarmente sensibile per l’Italia, considerata la sua alta vocazione all’export, grazie a cui si colloca al sesto posto nella graduatoria dei principali Paesi esportatori mondiali di merci.

Il piano transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0, promosso da Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha l’obiettivo di supportare il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese ubicate nel territorio dello Stato italiano,
a prescindere dalla loro forma giuridica, settore economico, dimensione o regime fiscale adottato.

In particolare, introduce un credito d’imposta, proporzionale alla spesa sostenuta e alla riduzione dei consumi, per i nuovi investimenti effettuati tra l’1° gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2025, nell’ambito di progetti
di innovazione che comportano una riduzione dei consumi energetici.

La riduzione dei consumi della struttura produttiva dovrà essere non inferiore al 3%, o, in alternativa, è richiesta una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.
Si specifica che ai fini della applicazione della misura rientrano tra i beni oggetto di agevolazioni:

i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta;

i beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, a eccezione delle biomasse;

spese per la formazione del personale nell’ambito di competenze utili alla transizione dei processi produttivi (nel limite del 10% degli investimenti effettuati nei beni strumentali e nel limite massimo di 300 mila euro).

A fronte di queste sfide, si evidenzia il razionale di un piano come Transizione 5.0 che si pone l’obiettivo di supportare le aziende italiane a investire in digitalizzazione, transizione green e formazione del personale. Vediamo, attraverso una serie di grafiche interattive, la necessità e l’urgenza di ciascuna di queste aree di investimento.

Fonte: Il Sole 24 Ore