la chiave per il successo aziendale”
Gli investimenti in iniziative rivolte alla felicità dei dipendenti non mancano, eppure i tassi di infelicità sul lavoro non sono in calo: assunto semplice, nella sua definizione, ma che rivela una problematica critica per il buon funzionamento e la crescita sostenibile di un’organizzazione e per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Negli ultimi anni, a riprova di quanto sopra affermato, l’attenzione delle aziende al benessere delle proprie persone ha registrato un’evoluzione significativa, posizionandosi come elemento cruciale per la competitività e il successo aziendale: eppure, come ha evidenziato l’ultima edizione dello “State of the Global Workplace Report” della società di consulenza Gallup, solo un quarto degli addetti a livello globale si dichiara realmente coinvolto nel proprio impiego, con un calo di produttività e motivazione evidenti nei contesti meno attenti agli aspetti legati alla soddisfazione dei singoli individui. Il rapporto ha altresì confermato come le aziende attente allo status psicologico dei dipendenti riportano un aumento della produttività fino al 17%, dimostrando come le iniziative di welfare aziendale abbiano traguardato la funzione di semplice benefit per diventare una leva di “retention” sempre più strategica. Per contro, là dove queste politiche di valorizzazione del personale sono assenti, recita ancora lo studio di Gallup, aumentano significativamente il turnover e l’assenteismo.
Occorre quindi un’inversione di tendenza, che rafforzi il ruolo chiave dei manager nel diventare motori di coinvolgimento per i loro team e alimenti di conseguenza quel processo virtuoso che ha per obiettivo finale l’aumento della motivazione dei componenti di un gruppo di lavoro (più i manager sono coinvolti e più i team sono motivati). Ed è in questo contesto che gli eventi possono diventare uno strumento potente per migliorare il benessere e favorire l’engagement, contribuendo a creare quella cultura aziendale che è alla base di un coinvolgimento coeso e duraturo. Questa, almeno, è la convinzione di Kampaay, startup italiana specializzata per l’appunto nell’organizzazione di eventi aziendali.
La questione chiave della leadership
Come osserva Daniele Arduini, Ceo e co-founder della società, non ci sono risposte semplici per spiegare le ragioni del deficit in termini di engagement dei manager e dei team di lavoro e se fra le cause principali vi sia una leadership non adeguata. «È come un puzzle in cui diversi livelli e fattori si intersecano e la leadership è sicuramente uno dei più cruciali. I leader autentici che sanno ispirare e motivare fanno la differenza ma conta tanto anche la cultura aziendale, e quanto le persone si sentono parte di qualcosa di speciale. E poi – prosegue Arduini – ci sono la comunicazione interna, le opportunità di crescita e l’ambiente di lavoro stesso, che sono tutti ingredienti fondamentali. Eventi come il team building, le convention, le iniziative off-site possono essere un catalizzatore potentissimo che riunisce tutti questi elementi, perché creano occasioni uniche per far sentire le persone davvero coinvolte, per rafforzare i legami tra colleghi e far dialogare leadership e team in un contesto meno formale».
Potenziare le capacità di engagement è dunque una priorità e uno strumento a cui attingere per sbloccarne e svilupparne il valore è la tecnologia. «Il digitale – assicura in proposito il Ceo di Kampaay – ci offre opportunità incredibili per favorire il benessere e il coinvolgimento dei team, anche a distanza, pensiamo a tutte le app per il wellness, le piattaforme collaborative e i tool di social networking aziendale che generano una quantità di dati preziosissimi per capire cosa funziona davvero e cosa no. Ma anche nell’organizzazione di eventi aziendali il digitale può fare la differenza, semplificando tutte le attività di routine e liberando tempo a chi si occupa di risorse umane e management, che può di conseguenza concentrarsi davvero su ciò che conta realmente per generare engagement, ovvero i contenuti e la qualità dell’esperienza umana».
E se il dipartimento HR, come giusto che sia, ricopre indubbiamente un ruolo di regia e di abilitazione fondamentale, la partita per creare l’alchimia necessaria per far crescere motivazione, spirito di squadra e (di conseguenza) anche le performance di business si gioca secondo Arduini sul campo, ogni giorno, attraverso la responsabilità e l’esempio di ogni leader e di ogni manager. «Le aziende capaci di generare le risposte più alte di engagement – ha infatti concluso – sono quelle in cui questa missione è realmente condivisa e incarnata a tutti i livelli e quelle dove le persone sono messe al centro non solo a parole, ma con azioni concrete».
Fonte: Il Sole 24 Ore