la chiave per la produttività e la soddisfazione dei dipendenti

la chiave per la produttività e la soddisfazione dei dipendenti

Più della metà dei lavoratori europei non è soddisfatto dell’azienda nella quale lavora. E l’Italia è tra i Paesi fanalino di coda. È un indicatore “forte”, per non dire preoccupante, quello che fa da premessa al tour itinerante promosso da EFI Ecosistema Formazione Italia (Firenze, Milano, Bologna e Treviso le città toccate nel mese d febbraio, altre seguiranno nei prossimi mesi) per condividere le best practice alla base della cura delle persone in azienda. Il tema è più che noto ma non per questo superato, anzi. E ruota sostanzialmente intorno a due domande, entrambe aventi risposta affermativa: esiste un legame tra produttività e capacità di gestire situazioni stressanti? C’è una relazione tra una buona gestione dell’ansia e la meditazione? In linea generale, fare proprio l’assioma secondo cui un ambiente di lavoro positivo possa migliorare motivazione, produttività e soddisfazione all’interno di un’organizzazione non è così scontato come potrebbe (e forse dovrebbe) essere. Ed è da questo presupposto, per l’appunto, che prende corpo un progetto come quello di cui sopra, per analizzare e mettere a fattor comune le migliori strategie per favorire il benessere delle risorse umane.

«In un mondo del lavoro in continua evoluzione – ha spiegato in proposito Kevin Giorgis, presidente di EFI Ecosistema Formazione Italia – il benessere delle persone ha un ruolo cruciale, che non può essere sottovalutato perché incide direttamente sulle performance e quindi sul business. Creare un ambiente di lavoro sano e dal quale le persone non vogliono fuggire è indispensabile in un’ottica di talent attraction e retention e non è soltanto una scelta etica, bensì un approccio vincente per migliorare la produttività e la competitività».

Una convinzione, quest’ultima, legata alla tendenza che vede il solo stipendio, per quanto rappresenti ancora oggi un aspetto determinante, non essere più sufficiente a tenere alto il morale dei lavoratori, ad ingaggiarli e a fidelizzarsi in modo adeguato all’organizzazione. «Negli ultimi tempi – ha aggiunto in proposito Stefano Marchese, vicepresidente di EFI – la scala valoriale è completamente cambiata. Le persone, oggi, desiderano sentirsi apprezzate, ascoltate e supportate e l’Italia dovrebbe imparare da paesi come Olanda, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Svezia e Svizzera che sono modelli di riferimento in termini di cultura aziendale, implementando concretamente azioni e programmi in grado di migliorare per davvero la soddisfazione dei dipendenti».

Lo scenario che fa da sfondo all’iniziativa di EFI è ben descritto da varie ricerche. Second l’ultimo Randstad Workmonitor, per esempio, emerge chiaramente come i giovani talenti abbiano aspettative per un lavoro allineato ai loro valori, alle loro ambizioni e alle circostanze di vita. L’87% del campione dei circa 27mila intervistati in 35 Paesi (Italia compresa), in particolare, non è disposto a tollerare un impiego non compatibile con il piacere di vivere, mentre il 60% ha dichiarato che cercherebbe una nuova occupazione se si sentisse inascoltato dal proprio datore di lavoro (e il 57% sarebbe disposto a sacrificare la propria occupazione se vissuta con disagio). Un altro studio condotto su scala internazionale su oltre 25mila collaboratori, l’European Workforce Report realizzato da Great Place to Work, relega invece il nostro Paese all’ultimo posto (dietro anche a Cipro, Polonia e Grecia) in termini di soddisfazione dei collaboratori, con solo il 43% dei dipendenti che considera il proprio ambiente di lavoro come ottimo, rispetto a una media europea del 59%. Dallo stesso rapporto emerge inoltre come la metà dei lavoratori europei si senta sottovalutato e come solo il 42% sia dell’idea che la propria azienda supporti realmente il benessere. Eppure, come conferma la ricerca “Future of Work Trends 2024” prodotta dall’Osservatorio di Radical HR (edtech company italiana), le aziende che investono sul benessere ottengono un incremento fino al 25% della produttività e una maggiore innovazione.

Cosa fare, dunque, per ovviare a quello che non può essere certo considerata una problematica passeggera e marginale? Gli esperti di EFI hanno identificato quattro distinte leve per favorire il benessere in azienda (e anche oltre i confini aziendali) e il primo passo coincide con la costruzione di un’atmosfera lavorativa che sia realmente e concretamente inclusiva e collaborativa, in cui ogni dipendente si senta valorizzato, coinvolto e rispettato. Come raggiungere questo traguardo? Facilitando la socializzazione fra colleghi e le attività di team building e rafforzando le relazioni interpersonali. Il secondo mattoncino da posare è il bilanciamento fra vita professionale e vita privata, implementando politiche flessibili (vedi lo smart working) che consentano alle persone di gestire meglio il proprio tempo.

Fonte: Il Sole 24 Ore