La condanna di Trump sui social scatena scenari di guerra civile
«Identificate i giurati, identificateli subito». Così su un sito chiamato “The Donald”, esorta i sostenitori di Donald Trump a cercare di trovare i nomi e soprattutto gli indirizzi dei 12 giurati che hanno condannato l’ex presidente. Il post, rimosso poco dopo la sua pubblicazione, è stato individuato da Advance Democracy, gruppo che sta riscontrando, dopo il verdetto, un grande traffico on line di minacce contro il giudice Merchan, il procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, di cui qualcuno ha pubblicato anche l’indirizzo. In rete sono apparse minacce contro i giurati, per alcuni dei quali sarebbe stata anche pubblicata anche l’identità. «Dobbiamo identificare ogni giurato, dobbiamo renderli miserabili, forse anche spingerli al suicidio», è scritto in un altro post su un forum trumpiano. «Qualcuno a New York che non ha nulla da perdere deve prendersi cura di Merchan», riporta un commento su Patriots.Win. «Speriamo che venga accolto dai clandestini con un machete», si legge nel post.
Su Gateway Pundit, altro sito di estrema destra, un post suggeriva di sparare ai democratici dopo il verdetto. «È ora di iniziare a catturare alcuni mancini», dice il post. «Questo non può essere risolto votando». E ancora: «Un milione di uomini armati devono andare su Washington e impiccare tutti, c’è un’unica soluzione», scrive un altro sullo stesso sito.
«Spero che ogni giurato sia identificato e paghi per quello che ha fatto – scrive un sostenitore di Trump su Truth Social, la piattaforma di proprietà del tycoon – che di Dio li fulmini! Noi vinceremo il 5 novembre e loro pagheranno».
Nei messaggi e nelle e-mail della campagna elettorale di Trump, l’ex presidente 77enne si è definito un «prigioniero politico» e ha affermato che la sua condanna ha segnato «il giorno più buio della storia degli Stati Uniti». «Non ho fatto niente di male!» ha scritto nell’appello in cui invita alla mobilitazione e alla raccolta di fondi: «LA GIUSTIZIA È MORTA IN AMERICA!» ha scritto in un altro messaggio, aggiungendo: «Sono stato appena condannato in un PROCESSO TRUCCATO inteso a interferire nelle nostre elezioni».
Ai donatori della sua campagna per l’occasione è stato offerto un berretto di colore nero, nero come il “giorno più buio della storia americana”, con il suo slogan “Make America Great Again” e le parole “Never Surrender”, mai arrendersi, ricamate sul lato per 47 dollari.
Fonte: Il Sole 24 Ore