La Coppa America e l’incognita del futuro: suggestione Valencia per aiutare la ricostruzione

I protagonisti della Coppa America si fanno finalmente sentire per comunicare qualcosa sul futuro che, questo pare evidente, cambierà poco. La più grande incognita, ovvero “dove e quando” si disputerà la prossima edizione, resta un punto interrogativo, anche se radio banchina parla con una certa insistenza della edizione numero 38 a Valencia in tre anni. O meglio, gli accordi erano pronti da firmare prima della alluvione e, ovviamente, il processo si è fermato. Da una parte la Coppa potrebbe far parte del processo di ricostruzione, dall’altra esistono tutte le incognite politiche e pratiche di una decisione del genere.

Scendono molto le probabilità di andare in Arabia Saudita a Jeddah, resta molto probabile solo un evento, come è già successo l’anno scorso. Si riapre una possibilità di tornare a Auckland, anche se questo sembra più un ballon d’essai per mettere alla prova il Governo locale e non perdere tifosi che una possibilità concreta, perché l’Europa è piaciuta a tutti.

Il Defender Emirates Team New Zealand e il Challenger of Record Ineos Britannia comunicano che questa decisione verrà presa entro otto mesi. Non cambiano molto le regole fondamentali che hanno governato la edizione di Barcellona. Le norme sulla nazionalità degli equipaggi restano piuttosto restrittive, e questo costringerà a una riflessione soprattutto Alinghi Red Bull Racing, non si potrà navigare con le barche attuali in allenamento per almeno un anno se non per degli eventi preliminari, non si potranno costruire in questo anno barche LEQ12, come la “piccola” Luna Rossa che era stata realizzata per provare molti elementi in fase di progetto. In pratica per un anno si “congela” la situazione alla fine di questo ottobre. In questo modo i team attrezzati hanno poco da fare, non possono evolvere i progetti se non in minima parte.

Gli equipaggi si scatenano con il circuito Sail GP che come al solito nell’anno dopo la Coppa ha il suo momento di successo. Il circuito è quello voluto da Russell Coutts e Larry Ellison dopo la sconfitta in Coppa del 2017 A Bermuda, si utilizzano le stese barche rese monotipo e nella prossima edizione si arriverà a dodici team. Le regate cominciano a fine novembre a Dubai, dove gli equipaggi si stanno già allenando.

Per la prima volta ci sarà un team italiano, gestito da James Spithill, esperto ma anche uomo di fiducia di Larry Ellison per cui è stato timoniere nel 2010 e 2013 vincendo due volte la Coppa, il team italiano avrà molti uomini di Luna Rossa a bordo: la notizia forte è Ruggero “Ruggi” Tita al timone, al suo debutto in un evento importante in una classe non olimpica. In un certo senso dopo aver rispettato gli ordini di scuderia a Barcellona non vedeva l’ora di mettere a frutto la sua esperienza in catamarano foiling. Lui e Caterina Banti sono stati recentemente premiati a Singapore da World Sailing, organismo internazionale che governa la vela, come miglior equipaggio del 2014. Con Ruggi altri lunatici, si dice Andrea Tesei, Umberto Molineris, Enrico Voltolini con anche le ragazze Margherita Porro e forse Giulia Conti. Si sa che lo sponsor è un nome noto nel mondo della vela, ma non ancora comunicato. Francesco Checco Bruni sarà allenatore del team Canadese, Jacopo Plazzi del team svizzero. E Luna Rossa? Una giusta fase di riposo, prima di ricominciare il lavoro intenso da gennaio, nei settori soprattutto del design.

Fonte: Il Sole 24 Ore