La crisi del distretto di Valenza: 2.500 in cassa integrazione

La crisi del distretto di Valenza: 2.500 in cassa integrazione

Ha resistito, si è ridimensionato dopo la crisi del 2009 e poi è ripartito grazie anche alla spinta delle grandi maison del lusso come Bulgari, Damiani e Cartier, ma ora vive una fase delicata, con circa 2.500 addetti che saranno interessati nei prossimi mesi dalla cassa integrazione su un totale di 6mila. La crisi che attraversa il distretto orafo di Valenza da qualche mese riguarda soprattutto le micro e piccole imprese e gli artigiani. Si tratta di una crisi legata in parte al mercato, ma è anche collegata ad un modello industriale che sta cambiando pelle. «Questa crisi dovrà essere gestita e affrontata in maniera corale, così potrà generare nuove opportunità per il territorio» chiarisce Alessia Crivelli, referente di Confindustria Alessandria per il comparto orafo e vicepresidente nazionale di Federorafi. Ieri c’è stato un incontro tra le parti sociali – artigiani, industriali e sindacati – per fare il quadro della situazione e mettere a punto eventuali strategie per affrontare una crisi che sta peggiorando nel corso dei mesi e che richiede risposte urgenti.

«Il problema è duplice – analizza Maurizio Cantella, segretario della Fiom di Alessandria – perché da un lato ci sono i volumi produttivi in calo nel comparto, dopo anni di forte crescita, dall’altro c’è il rischio che a pagare il prezzo siano le imprese più piccole, che rappresentano la ricchezza e l’unicità del nostro distretto industriale». La contrazione di mercato, che segue un periodo di crescita a due cifre per l’intero comparto, sta spingendo i player più grandi a ridurre le forniture esterne, con ricadute sull’intera filiera produttiva. Da qui il calo delle produzioni in capo alle aziende artigiane e alle Pmi, con il rischio, pesante, di una desertificazione industriale. A questo problema però se ne aggiunge un altro, più strategico, che riguarda la capacità delle imprese della filiera orafa di adattarsi ad un contesto industriale diverso, dove tecnologia, innovazione, certificazioni e sostenibilità avranno un ruolo crescente.

«Una delle peculiarità delle nostre imprese – sottolinea Alessia Crivelli – è la lavorazione delle pietre e l’alta gioielleria, un comparto dove la maestria artigiana si unisce da sempre alla creatività. Questo patrimonio industriale va tutelato in una fase di forte riallineamento del mercato, legato anche alle crisi geopolitiche, che finisce per colpire la fascia più alta del mercato orafo». La crisi sta colpendo dunque le imprese più piccole che nel medio termine vanno sostenute.

Della questione si sta occupando la Regione Piemonte e la vicepresidente Elena Chiorino che a ridosso del Natale ha organizzato un primo incontro e ha riconvocato il tavolo per il il distretto orafo di Valenza il prossimo 6 febbraio. «Abbiamo il dovere di tutelare quell’artigianato di filiera che è espressione di unicità ed eccellenza» ammette Chiorino. Due sono le esigenze che sembrano emergere in questa prima fase, per contenere i rischi legati al rallentamento in corso. Serve sostenere i redditi dei lavoratori che dovranno affrontare periodi con ammortizzatori sociali ed entrate ridotte e serve accompagnare la trasformazione delle imprese più piccole della filiera. Cna Piemonte, insieme all’associazione di Alessandria, insiste sulla necessità di adottare misure straordinarie a supporto imprese. «È essenziale in questa fase prevedere incentivi fiscali, sostegni finanziari dedicati e interventi di semplificazione burocratica, oltre a investimenti mirati nella formazione per aggiornare le competenze indispensabili ad affrontare le nuove sfide del mercato» ha sottolineato il presidente regionale Giovanni Genovesio. «La priorità – ribadisce Alessia Crivelli – è quella di mantenere la rete di filiera, serve lavorare insieme per affrontare la criticità in corso e per rilanciare la manifattura orafa». Le parti torneranno a incontrarsi prima del tavolo regionale del 6 febbraio per definire il quadro e mettere nero su bianco una serie di strumenti concreti per sostenere il distretto valenzano.

«Siamo pronti come Regione – assicura la vicepresidente Chiorino – a mettere in campo ogni strumento, a cominciare dalle Accademie di filiera, per governare questa crisi senza subirla. Lavoriamo con il territorio per garantire ai lavoratori il massimo supporto».

Fonte: Il Sole 24 Ore