La Divina Callas sbarca al Lido con Angelina Jolie
Una Callas visitata dal fantasma di Onassis
- Le arie italiane, Rohrwacher e Favino
- La magrezza del corpo
- Gli ottimi dialoghi di Steven Knight
Ancora fantasmi alla Mostra del cinema. Questa volta quelli della mente che perseguitano gli ultimi giorni di Maria Callas, interpretata con sofferenza, acribia, capriccio e pena da una grande Angelina Jolie, già ottima candidata alla coppa Volpi per l’81esima edizione della Mostra del cinema di Venezia.
Pablo Larraín illumina la vita della grande cantante d’opera attraverso i deliri che la abitano nella casa e nelle strade della Parigi degli anni Settanta, dove ha l’ultima residenza e in cui muore all’età di 53 anni nel 1977.
Una Callas visitata dal fantasma di Onassis
Dipendente da calmanti e ansiolitici, con la voce ormai atrofizzata, Maria è soprattutto tormentata dal suo ultimo grande amore, Aristotele Onassis (Haluk Bilginer), con cui parla, convinta della sua presenza. Assieme a lui Maria ripercorre la nascita della loro passione, l’abbandono del primo marito e i fasti del successo che scemano man mano che la relazione con Onassis si fa più importante. Maria nella sua testa lo condanna per aver segnato il suo declino come artista, ma nello stesso tempo lo ama e si sente avvinta dal suo ricordo.
Le arie italiane, Rohrwacher e Favino
Larraín mostra Callas nel tentativo di tornare la magistrale interprete che ha dominato le scene dell’opera internazionali, attraverso arie quasi tutte italiane da Puccini a Verdi. Italiane sono le arie, che Jolie interpreta con credibilità, e italiano è il battesimo del successo inatteso alla Fenice, mentre sostituiva la titolare.
Italiani sono anche i comprimari della narrazione, i due domestici, interpretati da Alba Rohrwacher e Pierfrancesco Favino, che non riescono ad emergere. Piccola, ma incisiva, la parte di Valeria Golino nel ruolo di Yakinthi, sorella di Maria.
Fonte: Il Sole 24 Ore