la Divina del Tennis Italiano che ha Conquistato il Mondo con Stile ed Eleganza”

L’ultima volta che l’abbiamo incontrata, qualche mese fa nella sua bella casa di Milano, che alternava con quella di Montecarlo, stranamente aveva una certa fretta.

“Caro mio, senza offesa, io starei delle ore a parlare di tennis, e soprattutto della mia Africa, della mia Etiopia, dove sono vissuta da bambina, però deve capirmi: adesso devo proprio andare. A giocare a golf, naturalmente. Sono ancora bravina, e mi piace tenermi in forma. Non mi va che poi Pietrangeli, vanitoso com’è, si vanti di essere più bravo. Quindi, amico mio, mi dica quello che vuole sapere, che così concludiamo questa intervista. Tanto la mia vita è già un romanzo, non c’è bisogno di ricamarci sopra….”.

Fa un certo effetto, sentire all’improvviso da un telegiornale che è morta Lea Pericoli, la Signora del tennis italiano. Sembrava immortale, impermeabile ai colpi della vita, sempre elegante, sempre leggera, con quel sorriso impertinente di chi crede che alla fine s’aggiusta tutto. Il 22 marzo scorso aveva compiuto 89 anni. Ma lei lo ricordava come fosse una ricorrenza qualunque. Come se fosse appena tornata, dopo qualche sfida, da Wimbledon o da Montecarlo.

“Sì, certo, a tennis non ho più giocato, ma non importa. Cosa vuole, dopo aver vinto 27 titoli italiani ero stanca. Guardo gli altri, questi nuovi ragazzi, Sinner, Berrettini e tutti gli altri. Che meraviglia, che freschezza. Sono bravi, educati, disciplinati, tutti perfetti. Noi eravamo diversi, meno ricchi naturalmente, ma più allegri. Il mio preferito resta comunque Roger Federer, bravo, elegante, irripetibille”.

Le piaceva mostrare le foto che teneva in salotto. “Dico la verità, dopo il tennis e il giornalismo, la mia grande passione è la fotografia. Guardi queste foto, questo è il Principe Ranieri, quell’altro Amedeo d’Aosta. Qui c’è mio padre Filippo con il Negus. Questo invece è quell’attore della serie Dallas, J.R., non mi ricordo mai come si chiama… C’è anche Indro Montanelli. E’ lui che, quando mi sono ritirata, mi ha fatto scrivere sul Giornale. Ma non solo di tennis, anche di moda e di costume. Ogni tanto Montanelli aveva dei momenti bui. Allora la sua segretaria mi suggeriva di portarlo fuori a pranzo. Sei l’unica che lo distrae, mi diceva. Poi Indro mi incoraggiò anche a scrivere dei libri. Hai delle cose da raccontare, insisteva. Vedrai che ti seguiranno come quando in campo giocavi con il gonnellino di pizzo”.

Fonte: Il Sole 24 Ore