La Firenze di oggi e di ieri tra le stanze del Portrait

La Firenze di oggi e di ieri tra le stanze del Portrait

Alcuni alberghi hanno il genius loci interiorizzato. La posizione, il passato e il presente, lo stile e il gusto, tutto concorre a raccontare il luogo in cui si trovano. Esempio di questa concentrazione narrativa è il Portrait di Firenze, non un hotel storico (ha aperto nel 2014) e forse proprio per questo ottimo interprete della città attuale. Le ragioni sono lampanti. Si trova sul Lungarno a pochi passi – e non è un modo di dire – dal Ponte Vecchio, che si vede anche in privato dalle camere. Il progetto è dell’architetto fiorentino Michele Boner, che arriva dall’ambito residenziale, e la proprietà è della famiglia Ferragamo, un nome della moda internazionale nato a Firenze che oggi rappresenta anche l’alta ospitalità italiana con un gruppo moderno e inevitabilmente elegante. Lo stesso nome Portrait è stato scelto per sottolineare l’intenzione di creare un ritratto fedele delle città in cui apre, a Firenze come a Roma e a Milano.

L’intimità di una casa privata

Innanzitutto ha anticipato in Italia la tendenza di unire i concetti di albergo e casa, offrendo 37 suite che rasentano l’abitazione, alcune con sala da pranzo e cucina elegantemente nascosta dietro le ante dell’armadio a muro. La luce naturale valorizza i materiali pregiati e i colori chiari delle camere con grandi finestre e balconi affacciati sull’Arno. Non c’è modo migliore di sentirsi a casa, seduti su in poltrona davanti a una delle scenografie più belle del mondo. Gli spazi conviviali al piano terra sono altrettanto accoglienti, dal check in un salotto scuro, con libri d’arte e composizioni di fiori, al Caffè dell’Oro, frequentato tutto il giorno per la prima colazione (fanno le uova in undici modi diversi!), un pranzo leggero, un aperitivo all’aperto sul lungo fiume in un’atmosfera piacevolmente confusa tra ospiti stranieri e habituè. Il menù della sera invece richiede un po’ di dedizione per i piatti dello chef Antonio Minichiello, rispettoso della tradizione, ma sensibile agli spunti esotici, un po’ Sol Levante, un po’ Nuovo Mondo. Un consiglio: prenotare un tavolo vicino alla finestra per ammirare il borgo antico dell’Oltrarno tutto illuminato. È una poesia.

I ritratti fotografici anni 50

Filo conduttore tra l’area privata e di quella comune, vera e propria mostra itinerante, è la collezione di foto dagli anni Cinquanta, scelte negli archivi storici di Firenze, per raccontare il suo legame con i fondatori dell’alta moda italiana – Salvatore, ma anche Gucci, Pucci, Cavalli, Coveri, Scervino – richiamo irresistibile per l’alta società europea e per il jet set internazionale dell’epoca. Un’identità che che la famiglia Ferragamo continua a coltivare attraverso l’ospitalità a cinque stelle di Lungarno Collection, la buona cucina e un piccolo delizioso museo di fianco alle sue boutique.

Fonte: Il Sole 24 Ore