La Lega: basta «sindaca» e «avvocata» in atti pubblici. Il Pd: proposta da trogloditi

Basta con “avvocata” e anche con “sindaca”. Una proposta di legge della Lega punta a vietare negli atti pubblici il genere femminile per neologismi applicati ai titoli istituzionali dello Stato, ai gradi militari, ai titoli professionali, alle onorificenze, ed agli incarichi individuati da atti aventi forza di legge.

La proposta di legge

Il testo, a firma del senatore leghista, Manfredi Potenti, è ancora una bozza da sottoporre al drafting ma è già chiarissima nelle premesse: «La presente legge intende preservare l’integrità della lingua italiana ed in particolare, evitare l’impropria modificazione dei titoli pubblici, come Sindaco, Prefetto, Questore, Avvocato dai tentativi simbolici di adattarne la loro definizione alle diverse sensibilità del tempo». «Occorre scongiurare che la legittima battaglia per la parità di genere, al fine di conseguire visibilità e consenso nella società ricorra a questi eccessi non rispettosi delle istituzioni», si spiega. E, per questo, si ritiene «necessario un intervento normativo».

Basta all’uso del femminile per cariche istituzionali

L’articolo 3 sull’uso della lingua italiana negli atti pubblici è messo nero su bianco il «divieto del ricorso discrezionale al femminile o sovraesteso od a qualsiasi sperimentazione linguistica. E’ ammesso l’uso della doppia forma od il maschile universale, da intendersi in senso neutro e senza alcuna connotazione sessista». Obiettivo – come recita l’articolo 1 – è preservare la pubblica amministrazione dalle deformazioni letterali derivanti dalle necessità di affermare la parità di genere nei testi pubblici.

Le multe

Capitolo a parte le multe (articolo 5): «La violazione degli obblighi di cui alla presente legge comporta l’applicazione di una sanzione pecuniaria amministrativa consistente nel pagamento di una somma da 1.000 a 5.000 euro».

Pd: proposta da trogloditi

L’opposizione insorge. «Secondo la Lega in nome della lingua italiana dovremmo sanzionare chi l’italiano lo parla correttamente. I trogloditi, che per rimuovere il rispetto del genere femminile farebbero di tutto, leggano la Treccani». Lo scrive su X la deputata Pd Michela Di Biase. «Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi … chissà se il Senatore Potenti, che propone di proibire l’uso del femminile professionale, vorrà multare anche i fedeli che recitano il Salve Regina», ha aggiunto la senatrice Dem, Cristina Tajani.

Fonte: Il Sole 24 Ore