La Londra nebbiosa di Monet in mostra alla Courtauld Gallery
La mostra di paesaggi londinesi di Claude Monet approda finalmente a Londra con 120 anni di ritardo. La Courtauld Gallery ha realizzato infatti il sogno del pittore francese, che nel 1904 aveva organizzato a Parigi una mostra dei suoi quadri dipinti a Londra e aveva intenzione di portarla poi nella capitale britannica. Il progetto di Monet non fu mai realizzato perchè la mostra parigina fu un grande successo: i suoi paesaggi furono acquistati da collezionisti che non vollero poi separarsene per mandarli a Londra.
Per la prima volta quindi è possibile rivedere un gruppo di quadri che Monet voleva fossero visti insieme. La curator, Karen Serres, ha passato anni a rintracciare i collezionisti per ricreare la mostra parigina, riuscendo a riunire 21 quadri sui 37 scelti dal pittore nel 1904: “Quasi un secolo dopo la morte di Monet, questa mostra alla Courtauld realizza la sua ambizione di riportare i suoi quadri del Tamigi sulle rive del fiume che li avevano ispirati”, spiega.
Hotel Savoy
Tra il 1899 e il 1901 Monet, grande anglofilo, si era stabilito all’hotel Savoy, in centro a Londra, in due stanze al quinto e sesto piano, trasformandone una, con vista sul Tamigi, in uno studio. Dal balcone passava ore a osservare il fiume a tutte le ore del giorno, dall’alba al tramonto, in diverse condizioni atmosferiche, lavorando su decine di tele contemporaneamente. Spesso Monet usciva per andare a dipingere en plein air dall’altra parte del fiume.
La nebbia
La mostra è divisa in tre parti, ognuna delle quali riunisce i tre elementi del paesaggio londinese che più avevano catturato l’attenzione di Monet: il Tamigi con il ponte di Waterloo, il ponte di Charing Cross e il Parlamento di Westminster. Quello che più affascinava il pittore non era però l’architettura ma il clima, e in particolare la celebre nebbia londinese.
“Senza la nebbia Londra non sarebbe una città bellissima”, scrisse Monet, spiegando che “la nebbia rende grandioso e misterioso ogni edificio e ogni oggetto” e che “ha tutti i colori, nero, marrone, giallo, verde e viola, che sono difficili da riprodurre sulla tela.”
Fonte: Il Sole 24 Ore