
La lotta al granchio blu? Si fa abbassando l’Iva sulle ostriche
Sono due anni che il granchio blu mette in ginocchio gli allevamenti italiani di cozze e vongole. E dopo gli incentivi per le reti di protezione, le agevolazioni alla cattura dei crostacei infestanti e i contributi al loro smaltimento, l’ultimo ritrovato del ministero dell’Agricoltura per aiutare le cooperative dei pescatori sembrerebbe quello di abbassare l’Iva sulle ostriche. «Maestà il popolo ha fame! Date loro le ostriche!», ha ironizzato su Instagram Italia Viva, riferendosi alle celebre battuta attribuita a Maria Antonietta di Francia. Le ostriche, si sa, sono universalmente considerate un bene di lusso, e chi le acquista abitualmente per degustarle con lo champagne non sembra certo aver bisogno di incentivi fiscali per farlo.
Ancorché curiosa, la proposta del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, non è però farina del suo sacco. Il ministro ha infatti fatto sua una richiesta che viene direttamente dai pescatori di Goro: sono stati loro a suggerire di ridurre l’Iva sulle ostriche dal 22% al 10%. «Fin dall’inizio – spiega Lollobrigida – abbiamo lavorato insieme per trovare soluzioni concrete a un problema che ha messo in ginocchio la produzione di vongole, cuore dell’economia locale. Oggi emerge un’altra possibilità di riscatto: l’ostricoltura. Le ostriche, più resistenti agli attacchi del granchio blu, possono rappresentare un’opportunità di sviluppo per il territorio». La proposta dei pescatori delle cooperative di Goro, sostiene il ministro, avrebbe già ottenuto il consenso di maggioranza e opposizione, anche se gli emendamenti presentati in Legge di Bilancio, da Pd, M5S, Lega e Forza Italia non sono stati approvati. «Ho ribadito che il Masaf farà la sua parte affinché questa misura venga accolta», ha aggiunto Lollobrigida.
Le associazioni dei pescatori, dal canto loro, confermano: «In Italia – scrive in una nota Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca – l’aver scelto di tassare le ostriche come prodotto di lusso crea un gap nei confronti degli altri produttori europei che non hanno l’Iva al 22%, come da noi, ma sotto il 10%. Per questo apprezziamo l’impegno del ministro Lollobrigida sostenuto da una volontà politica bipartisan per portare l’Iva al 10%. Una scelta che risponde alle richieste di consumatori e produttori».
Ma quante ostriche consumano gli italiani? Secondo Fedagripesca, circa 10mila tonnellate annue: «Il 97% delle ostriche consumate in Italia sono straniere, probabilmente francesi – dice Tiozzo – e invece l’Italia con i suoi oltre 7mila chilometri di costa potrebbe contendere alla Francia lo scettro di patria delle ostriche, riappropriandosi di una produzione già praticata dagli antichi romani. Un business che potrebbe valere alla produzione oltre 60 milioni di euro, grazie alla creazione di poli produttivi».
Al mercato generale di Milano, quotazioni di fine febbraio, le ostriche all’ingrosso vengono vendute tra gli 8,50 e i 20,50 euro al chilo. Molto, rispetto ai 3,50 euro al chilo delle cozze. Ma più o meno lo stesso prezzo (8-22,50) acui oggi vengono vendute le vongole veraci, le cui quotazioni sono ormai in continua salita proprio a causa della scarsità di prodotto dovuta all’emergenza granchio blu.
Fonte: Il Sole 24 Ore